Studio Bravi-Basosi: “L’impatto ambientale della produzione elettrica di selezionate centrali geotermiche in Italia”

Copertina del Journal of Cleaner ProductionJournal of Cleaner Production

Volume 66, 1 March 2014, Pages 301–308

Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy (Mirko Bravi, Riccardo Basosi)

NOTA sugli autori:

– il Professor Riccardo Basosi è ordinario di Chimica Fisica presso
l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i
Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro
della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è
presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di
Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di
Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.

Inoltre il prof. Basosi è :
Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di
Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia;
Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia
(Energy Manager), Siena;
Membro del ComitatoTecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana;
Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile
Italia);
Delegato italiano per il progetto europeo COST P15

– il dott. Mirko Bravi è ricercatore presso l’Università di Pisa

(Traduzione in lingua italiana)

1 – Introduzione

La produzione di energia geotermica ha avuto inizio in Italia (all’inizio del 1900) con l’esplorazione dei campi geotermici di Larderello (Barbier, 2002). Alla data odierna sono installate in Italia centrali geotermiche per una potenza di 882.5 Mwe (potenza netta di 772 Mwe, Terna 2010) con una produzione dell’1,8 % dell’elettricità generata a livello nazionale. In Toscana l’energia geotermica contribuisce per circa il 25% sul totale della produzione elettrica (Cappetti et al., 2010). Nel 2011la produzione delle centrali geotermiche ubicate nella provincia di Siena (con una capacità totale di 180 MW) è stata di 1325 Gwh che rappresenta più del 100 %di 1316 Gwh, il totale del consumo della provincia di Siena.

Gli obiettivi di sviluppo geotermico in Italia ed in particolare nella Regione Toscana, sono connessi allo sviluppo dell’uso del calore ed all’incremento della produzione elettrica da fonti rinnovabili, allo scopo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di ridurre le emissioni di CO2. Questi obiettivi sono in accordo con i protocolli internazionali, quali il Protocollo di Kyoto e la Direttiva Europea 2009/28/EC sulle sorgenti di energia rinnovabili.

L’elettricità è uno dei vettori più vantaggiosi e versatili per la facilità di trasporto e per il fatto che essa ha un impatto solo dove è prodotta e non dove si usa. Perciò, come precondizione per l’intensificazione del suo impiego, è importante comprendere le caratteristiche ambientali della generazione dell’energia geotermica e trovare soluzioni per minimizzare gli impatti.

La risorsa geotermica è specifica del luogo (come le risorse minerarie), dato che la sua localizzazione è determinata da fenomeni geo-mineralogici che ne hanno permesso la formazione, l’accumulazione e lo stoccaggio.

Il Monte Amiata è un vulcano spento, ubicato fra le province di Siena e Grosseto, nella parte meridionale della Regione Toscana.

Lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha avuto inizio negli anni 1960. Nel 1990 un campo geotermico ad alta entalpia è stato scoperto a profondità di circa 2.5-4 km. con una temperatura di 300-350 °C ed una pressione di circa 20 Mpa, che presentava un alto potenziale di produzione elettrica (Bertani, 2012).

Molti studi in letteratura si occupano dell’impatto ambientale associato alla produzione di elettricità da fonte geotermica. Hagedoorn (2006) ne ha fornito un panorama generale. Altri studi si sono focalizzati sulle caratteristiche di sostenibilità delle risorse geotermiche e proposto l’uso di modelli per la gestione dei campi geotermici (Axelsson e Stefansson, 2003). Bertani e Thain (2002) e Bloomfield et al. (2003) hanno sostenuto che il naturale rilascio di CO2 dai campi geotermici è probabilmente più alto delle emissioni di CO2 dovuto all’impiego di altre fonti di energia negli stessi campi. Inoltre Bertani e Thain (2002) hanno concluso che le emissioni di CO2 dalle centrali geotermiche sono bilanciate dalla riduzione del rilascio naturale di CO2 dai campi geotermici.

Seguendo questa linea di pensiero, la Comunità Europea non include le emissioni di gas serra prodotte dalle centrali geotermiche nella quota a carico dei vari paesi. Conseguentemente in Italia e nel resto d’Europa gli inventari di gas serra non considerano le emissioni di CO2 dalle centrali geotermiche.

Il ciclo di vita degli inventari della produzione elettrica in diverse reti è stato attentamente revisionato da Itten utilizzando per la produzione di elettricita da fonte geotermica (e da maree) il modello ed il set di dati utilizzato per le centrali eoliche (Itten et al., 2012). Più recentemente una revisione completa del ciclo di vita degli effetti ambientali della generazione di energia geotermica sono stati pubblicati da Bayer et al. (2013) concludendo che è determinante l’influenza delle caratteristiche specifiche del sito.

Armannsson, riferendosi all’Islanda dove i fenomeni naturali sono più visibili che in Italia, dubita che le emissioni di CO2 delle centrali geotermoelettriche siano trascurabili (Armannsson, 2005).

Frondini et al. argomentano che è probabile che le emissioni naturali nell’area del Monte Amiata dovute alla degassificazione del vulcano sono molto più basse di quelle dovute allo sfruttamento dei fluidi geotermici a considerevole profondità (come i campi che alimentano le centrali considerate in questo studio). In passato, molti studi si sono focalizzati soprattutto sulle emissioni di liquidi (dove sono stati fatti i progressi maggiori) e di quelle che sono maggiormente maleodoranti e per le quali si rende necessario il loro urgente abbattimento (Bacci, 1998).Alla fine del 20° secolo i ratei emissivi del mercurio variavano fra 3 e 4 g/MWh di produzione elettrica nell’area dell’Amiata. Queste emissioni erano accoppiate con rilasci di 7-8 kg/MWh di idrogeno solforato (Bacci et al., 2000). Nel nostro studio sviluppiamo un’analisi di impatto potenziale basato prioritariamente sui gas incondensabili emessi dalle centrali geotermiche nell’area.

2 – Materiali e metodi

2.1 Obbiettivi e scopi

Questa ricerca si propone di valutare l’impatto ambientale di alcune centrali geotermiche attraverso un accertamento ambientale panoramico ed inoltre acquisire informazioni ambientali sulla produzione di elettricità dalle centrali geotermiche esistenti sul Monte Amiata (Toscana, Italia).

In particolare, abbiamo esaminato le emissioni di gas incondensabili di fluidi geotermici nel periodo 2002-2009. Abbiamo considerato solo la fase di produzione delle quattro centrali analizzando le fuoriuscite dei materiali emessi dalle ciminiere. Nella Fig. 1 è riportata una mappa del Monte Amiata che include i nomi di tutte le località e le centrali coinvolte nello studio.

Non sono considerati il consumo di risorse associate alle perforazioni, alla costruzione ed alle operazioni sul campo, oltre ai materiali addizionali necessari alla costruzione ed alla fase operativa delle centrali geotermiche. Questo perchè l’impatto della costruzione delle centrali è diluito su 25 anni di operatività delle centrali e si riflette in un piccolo aumento delle emissioni prima e dopo (2% di emissione giornaliera di CO2, 1% di uso di energia da fonti fossili, 1% di flusso annuale di materia, in accordo con Ulgiati e Brown, 2002).

In ogni caso, in un futuro lavoro, abbiamo pianificato di includere le fasi di costruzione della centrale in maniera tale da comparare le differenti tecnologie geotermiche disponibili sul mercato.

2.2 Descrizione del sito di studio.

Il Monte Amiata è un vulcano spento con un’altezza di 1738 m. ubicato nel sud della Toscana. Quest’area è molto ricca di minerali, come il mercurio che è stato estratto fin dai tempi antichi. Il gradiente geotermico in quest’area è molto alto e varia tra 100 a 250 °C/km. Il campo geotermico del monte Amiata è del tipo ad acqua dominante con alte temperature. Attualmente sono in funzione 4 centrali geotermiche:

una unità in località Bagnore, che copre un’area di 5 kmq., comprendente 7 pozzi di produzione e 4 di reiniezione;

tre unità nell’area di Piancastagnaio, che copre un’area di 25 kmq., comprendente 19 pozzi di produzione e 11 di reiniezione (Frondini et al., 2009).

La Tabella 1 mostra le specifiche caratteristiche delle quattro centrali geotermoelettriche considerate: Bagnore 3 (BG3) e Piancastagnaio 3, 4 e 5 (PC3, PC4 e PC5).

2.3 Le condizioni al contorno

I limiti geografici e temporali di questo studio comprendono la fase di produzione delle centrali geotermiche, senza considerare le fasi di perforazione, costruzione e smantellamento. Noi abbiamo computato in primo luogo le emissioni in atmosfera esclusivamente allo scopo di valutare l’impatto potenziale associato alla produzione di elettricità delle centrali geotermiche. A causa della diluizione delle emissioni nella fase di costruzione, la parziale sottostima dell’impatto calcolato rispetto all’attuale impatto ambientale totale, non intacca le conclusioni effettive dello studio. Il sistema base di centrale geotermica per questo studio è mostrato in Fig. 2. L’unità funzionale è rappresentata da una centrale di produzione elettrica da 1 Mwh attraverso una centrale geotermica nell’area del Monte Amiata.

2.4 Inventario

I dati di inventario per questo studio sono stati ricavati dai dati dell’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) sulle emissioni delle centrali geotermiche nel periodo 2002-2009.

Nella Tab. 2 riportiamo il tipo di emissione in aria, il valore medio e la variabilità per ognuna delle centrali. Ogni valore è normalizzato rispetto all’unità funzionale usando i valori delle centrali inventariate da ARPAT durante i test. Semplificando, abbiamo utilizzato le seguenti frequenze temporali:

per BG3, anni 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2009;

per PC3, anni 2002, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009;

per PC4, anni 2002, 2008 e 2009;

per PC5, anni 2002, 2007, 2008, 2009.

2.5 Studio di impatto

Lo studio di impatto ambientale è stato condotto usando la metodologia di base del software SimaPro (Prè Consultants 2011) e CML 2002 (Prè Consultants 2008). I risultati per le tre categorie di impatto esaminate in questo studio sono riportati nella Tabella 3 insieme ai possibili contributi dei carichi ambientali. Informazioni dettagliate di ogni tipo di impatto in questo studio sono specificate nelle seguenti sub-sezioni.

I risultati di questo studio sono stati comparati inizialmente con due altri sistemi di generazione di energia di analoga potenza, carbone e gas naturale. Il potenziale impatto ambientale per la produzione di elettricità da questi due tipi di combustibili fossili è mostrato nella Tabella 4. I dati sono ricavati dal database Ecoinvent (Frischknecht et al., 2005; Emmenegger et al., 2007; Roder et al., 2007), in cui sono considerate cinque fasi: prima della costruzione, costruzione, trasporto (dei combustibili), attività e manutenzione, demolizione delle centrali. Riteniamo che il non considerare tutte le fasi precedenti non intacchi in maniera significativa la validità del confronto proposto in questo studio. In effetti per l’elettricità prodotta dalla combustione del carbone o del gas naturale, l’impatto delle categorie GWP, ACP e HTP è prevalentemente dovuto all’emissione diretta durante l’attività delle centrali. In particolare la fase operativa ricopre il 95% del GWP nelle centrali a carbone e l’83% in quelle a gas; l’87% ed il 40% dell’ACP e il 79% e il 64% dell’HPT rispettivamente (Emmenegger et al., 2007; Roder et al., 2007).

3. Risultati

Le centrali geotermiche nell’area del Monte Amiata emettono in atmosfera una grande varietà di prodotti non condensabili ( CO2, H2S, NH3, CH4). L’anidride carbonica è la più rilevante emissione del campo geotermico, con una quantità attuale che varia tra 245 e 779 kg/MWh con una media pesata di 497 kg/MWh. La quantità dell’emissione di ammoniaca varia tra 0,086 e 28,94 kg/MWh con una media pesata di 6,54 kg/MWh. Le emissioni di ammoniaca per Mwh nel campo geotermico di Bagnore sono circa 4 volte più alte di quelle registrate nel principale sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio. I valori di picco dei vari esempi sono 15 volte più alti delle massime concentrazioni trovate da Barbier (2002) con valori fra 57 e 1938 mg/KWh. Il gas naturale presenta una media di 7,54 kg/MWh., con valori variabili ….. tra 2,3 e 16,9 kg/MWh. Inoltre in questo caso i valori di Bagnore sono più alti di più del 50% rispetto ai valori medi di Piancastagnaio.

L’Idrogeno solforato ha un valore medio di 3,24 kg/MWh, con valori variabili tra 0,4 e 11,4 kg/MWh. In questo caso il valori medi di Piancastagnaio sono 4 volte più alti di quelli del campo geotermico di Bagnore. Questi valori sono da mettere in relazione con le caratteristiche del fluido geotermico e con il fatto che solo dalla fine del 2008 PC4 è stata equipaggiata del filtro AMIS (Abbattitore di Mercurio ed Idrogeno Solforato, Baldacci et al., 2005).I valori di picco dei vari esempi sono circa due volte più alti della massima concentrazione rilevata da Barbier (2002) che varia da 0,5 a 6,8 g/KWh.

I gas geotermici emessi dalle centrali contengono inoltre tracce di mercujrio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), selenio (Se) e cromo (Cr).

Le emissioni di mercurio variano fra 0,063 e 3,42 g(MWh con una media pesata di 0,72 g/MWh. Il valore di picco degli esempi è circa 3,8 volte la massima concentrazione rilevata da Barbier, che varia fra 45 a 900 g/KWh.

I risultati delle tre categorie di impatto ambientale considerate nello studio nel periodo fra il 2002 e il 2009 sono sintetizzati nella Tabella 5, mentre il dettaglio delle informazioni su ogni impatto è riportato nelle seguenti sottosezioni.

3.1 Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP)

La Fig. 3 mostra la dinamica del GWP attraverso gli anni. Le emissioni di gas serra dalle centrali geotermoelettriche non possono essere considerate trascurabili. Il valore medio del GWP è 693 kg CO2 equiv/MWh con valori variabili tra 380 e 1045 kg/MWh.

Usando il database Ecoinvent v.2, abbiamo calcolato per la categoria di impatto GWP per l’energia elettrica prodotta con carbone e gas naturale rispettivamente 1068 e 640 kg CO2 equiv/MWh; questi valori tengono in conto l’intero ciclo delle centrali, compresa la produzione, la costruzione e la dismissione e forniscono dati di riferimento usati per valutare l’impatto potenziale della produzione di elettricità da geotermia.

I nostri risultati per le centrali considerate in questo studio sono in buon accordo con quelli ottenuti da Brown e Ulgiati (2002) che affermano che l’emissione di CO2 delle centrali geotermiche è dello stesso ordine di grandezza di quella delle centrali alimentate da combustibili fossili. Questo risultato generale dovrebbe essere trattato con attenzione, dato che è probabile che la natura della stratigrafia geologica, il sistema geotermico e le caratteristiche dei pozzi influenzano il livello dell’impatto del Potenziale di Riscaldamento Globale. Infatti si può ragionevolmente sostenere che le fratture generate dai pozzi geotermici, raggiungendo i 3500 m. di profondità con diametri di 30” (75 cm.) in superficie e 8,5” (21 cm.) in profondità incrementano il flusso di fluidi e di CO2 verso la superficie in maniera del tutto innaturale. Nell’area del Monte Amiata il processo dello sfruttamento geotermico incrementa il processo di generazione naturale della CO2. In un’area diversa il risultato può essere diverso.

3.2 Potenziale di Acidificazione (ACP)

La Fig. 4 mostra la dinamica dell’ACP nel periodo studiato. Come nel caso del Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP), le emissioni ACP dalle centrali geotermiche non è trascurabile.

Il valore medio dell’ACP è 12,5 kg SO2 equiv/MWh con valori variabili tra 0,1 e 44,8 kg SO2equiv/MWh. L’energia elettrica prodotta con carbone e gas naturale presenta valori di 5,1 e 0,6 kg CO2 equiv/MWh rispettivamente. Questi valori tengono conto dell’intero ciclo di vita delle centrali e forniscono dati di riferimento usati per valutare l’impatto potenziale della produzione elettrica. In confronto mostra che dal punto di vista dell’ACP, l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 (il campo geotermico di Bagnore emette 21,9 kg SO2equiv/MWh) è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. Gli alti valori dell’ACP del campo geotermico di Bagnore rispetto a quello di Piancastagnaio, sono connessi alla grande quantità di ammoniaca (NH3) presente nelle emissioni di BG3.

3.3 Potenziale di Tossicità per l’Uomo (HTP)

La Fig. 4 mostra la dinamica dell’HTP nel periodo studiato. Il Potenziale medio di Tossicità per l’Uomo (HTP) calcolato è pari a 5,9 kg 1.4DB equiv./MWh, con valori che variano tra 1,1 e 31,6 kg 1.4DB equiv./MWh.

Per l’energia elettrica prodotta dal carbone e dal gas naturale i valori calcolati dell’HTP sono di 87,1 e 69,4 kg 1.4DB equiv./MWh rispettivamente. Questi valori tengono conto dell’intero ciclo delle centrali mentre ricordiamo che per le centrali geotermoelettriche noi consideriamo solo la fase di attività. Il confronto mostra che, dal punto di vista dell’HTP, l’energia prodotta dalle centrali geotermiche del Monte Amiata hanno in media un impatto inferiore di 15,2 volte rispetto alle centrali a carbone. Nel 2008 l’alto valore di PC4, 31,6 kg 1.4DB equiv./MWh (comparato al valore medio delle altre centrali geotermiche), è probabilmente dovuto alla presenza di alte concentrazioni di mercurio, idrogeno solforato, acido borico, arsenico e antimonio.

4. Discussione

In generale le perforazioni geotermiche creano fratture su 3000 m. di profondità che incrementano la permeabilità sia dei fluidi geotermici che dei gas incondensabili. La quantità di gas e metalli contenuti nei fluidi geotermici dipende da molti fattori: dalla profondità e dall’ubicazione del serbatoio geotermico; dalle caratteristiche del metodo di generazione dell’elettricità (flash, binario, o ciclo combinato); dai sistemi di abbattimento. Per rendere le centrali geotermiche del Monte Amiata “carbon free” ed ambientalmente sostenibili, il 100% dei fluidi geotermici con i gas incondensabili devono essere reinietteti all’interno dello stesso serbatoio geotermico. Ciò è possibile, in linea di principio, attraverso l’uso di tecnologie a ciclo binario (Frick, 2010; Laricignola, 2013). Questa nuova tecnologia di installazione è probabilmente più costosa e può avere una minore efficienza per la produzione di energia elettrica rispetto alle tecnologie usate correntemente nei campi geotermici del Monte Amiata, ma allo stesso tempo (poiché esso è un ciclo chiuso), riduce la pressione sull’ambiente. Esso inoltre offre maggiori garanzie in termini di sostenibilità della risorsa geotermica. Nell’opinione degli autori di un recente studio basato su valutazioni multi-criterio delle potenziali alternative tecnologiche, l’applicazione delle tecnologie a ciclo binario rappresenta il più favorevole scenario per lo sfruttamento delle risorse geotermiche del Monte Amiata (Borzoni, 2012: Borzoni et al., 2012). Noi pensiamo che una risorsa geotermica deve essere sempre sfruttata dove essa si trova, sia per la produzione di calore che di elettricità, in maniera integrata. Il maggior limite allo sfruttamento di questa importante risorsa naturale può essere rappresentato da tecnologie inadeguate che non minimizzano l’impatto ambientale dal momento che sono concepite essenzialmente per massimizzare la produzione di elettricità.

Sebbene la tecnologia a flash rappresenti lo standard corrente per lo sfruttamento di serbatoi ad alta pressione e ad acqua dominante quale il serbatoio profondo dell’Amiata (Barelli et al., 2010), una scelta oculata del fluido di lavoro (come una miscela di idrocarburi o refrigeranti o Kalina acqua-ammoniaca) può garantire l’ottimizzazione dell’accoppiamento con il fluido geotermico ad alta temperatura con la rete di recupero del calore, evitando la depressurizzazione del circuito o limitando quest’ultima ad una marginale ricompressione dei gas incondensabili. Questa è certamente una sfida dato che la pressione del circuito è molto alta, però essa è compatibile con la tecnologia corrente. Infatti le centrali a vapore supèercritico sono operative da oltre 40 anni ed i compressori di gas al altissima pressione per specie chimiche aggressive sono stati sviluppati nell’industria petrolifera e del gas. I costi aggiuntivi rispetto alle soluzioni convenzionali a doppio flash possono essere compensati in qualche modo attraverso il perfezionamento dell’accoppiamento fra il fluido geotermico ed il profilo di temperatura del fluido di lavoro. Questo approccio permette una riduzione dell’irreversibilità del trasferimento del calore. Una centrale a ciclo binario puù anche non essere la soluzione definitiva. E’ anche possibile che una centrale ibrida flash- binario con recupero, ricompressione e reiniezione dei condensabili e degli incondensabili possa essere una strada percorribile per il campo dell’Amiata. Comunque lo scopo di questo lavoro non è quello di proporre la soluzione tecnica “corretta”, ma piuttosto quello di indicare quale potrebbero essere le caratteristiche del potenziale ambientale di una centrale geotermica a ciclo chiuso completo (totale reiniezione), confrontata con la tecnologia corrente. In linea di principio la condensazione atmosferica può essere facilmente integrata in una tecnologia a flash, usando un condensatore aereo e reiniettando i gas incondensabili, ma i problemi tecnici connessi con l’irreversibilità del processo non possono essere superati facilmente.

In generale, sebbene molto sia già stato fatto per eliminare l’impatto locale attraverso le procedure AMIS, lo sviluppo di ulteriori tecnologie è necessario per mitigare l’impatto ambientale come il GWP.

5. Conclusioni

In questo studio è stato usato un metodo di valutazione ambientale per analizzare l’impatto ambientale in atmosfera della produzione di elettricità da centrali geotermiche. In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili.

L’analisi mostra che la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “carbon free” come fin qui dichiarato in base alla letteratura menzionata nell’introduzione. Sebbene il Potenziale di Tossicità per l’Uomo (HTP) non fornisca valori preoccupanti, le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone.

Inoltre il Potenziale di Acidificazione (ACP) dell’elettricità prodotta dalle centrali geotermiche considerate qui è 2,2 volte maggiore rispetto alle centrali a carbone. Nel caso del campo geotermico di Bagnore questa differenza aumenta di un fattore 4,4 ed è circa 28 volte più elevata dell’ACP di una centrale a gas naturale.

L’ovvia incompatubilità fra la produzione di elettricità da fonte geotermica e le emissioni da processi naturali attraverso cicli geologici di lungo periodo (che pongono i gas contenuti nei fluidi geotermici a contatto con l’atmosfera) non può essere ignorata. Perciò è necessario sviluppare appropriate tecnologie in grado di riconciliare le centrali geotermoelettriche con il carattere rinnovabile della risorsa energetica.

Mentre è certo che, al momento attuale, il ciclo binario non è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e dell’efficienza, l’idea di considerare la minimizzazione degli impatti (attraverso la completa reiniezione dei fluidi incondensabili all’interno del serbatoio) è necessariamente una strada promettente sulla base di considerazioni ambientali, per le centrali geotermiche del futuro.

In ogni caso il profitto finanziario non può essere il principale criterio nel processo decisionale per lo sviluppo di centrali geotermiche nell’area dell’Amiata.

I giornali sulla conferenza stampa del 20 novembre

Immagine della conferenza stampa dei comitati contro la geotermia a Grosseto il 20 novembreIeri si è tenuta a Grosseto una conferenza stampa dei comitati contro la geotermia dell’Amiata. Erano presenti:

Roberto Barocci per Sos Geotermia;
Pino Merisio per il Comitato di Montenero d’Orcia;
Franco Vite per il Comitato “Agorà – CittadinanzAttiva” di Monticello Amiata.

Di seguito la Rassegna stampa:

IL TIRRENO 21 novembre 2014

«Geotermia e sisma, legge da cambiare»

di Francesca Ferri

La questione dello sfruttamento geotermico sull’Amiata, e in particolare a Montenero d’Orcia, nel comune di Castel del Piano, torna in parlamento. E, per la prima volta, non sotto forma di interrogazione, bensì di risoluzione per cambiare la normativa nazionale in materia. Un cambiamento che, per i proponenti, è indispensabile per la tutela del territorio e della salute dei cittadini. Si chiede infatti di introdurre linee guida – al momento inesistenti – e precauzioni, nella fase di rilascio delle autorizzazioni a costruire impianti, in modo da scongiurare l’insorgere di eventuali terremoti indotti dall’attività estrattiva, l’inquinamento delle falde e dell’aria e l’inquinamento acustico. Lo sfruttamento geotermico, com’è noto, prevede che il terreno venga trivellato in profondità alla ricerca di acqua calda da estrarre per produrre energia elettrica. Negli impianti di seconda generazione, una volta sfruttato il fluido geotermico, il vapore non viene liberato in atmosfera ma reiniettato nel sottosuolo. C’è, però, suolo e suolo: in alcune zone si può trivellare ed estrarre senza “effetti collaterali” e altre in cui il sottosuolo contiene naturalmente sostanze pericolose e inquinanti, che possono venire in superficie insieme al vapore e contaminare l’ambiente. In altre ancora è più alta la possibilità di terremoti. In Italia al momento non esiste una mappa di queste zone, cioè non ci sono indicazioni sulle zone dove si può o non si può costruire una centrale geotermica. Il 12 novembre quattordici parlamentari del Partito democratico, guidati da Chiara Braga – componente della commissione Ambiente alla Camera e responsabile Ambiente del Pd, partito di governo – hanno presentato alle commissioni Ambiente e Attività produttive, riunite, una risoluzione (la 7/00486) che impegna il governo ad «avviare le procedure di zonazione del territorio italiano per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili» e a «emanare linee guida a cura dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente che individuino anche i criteri attraverso i quali definire a livello nazionale, quali dei siti potenzialmente sfruttabili risultino effettivamente suscettibili di sfruttamento, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al possibile inquinamento delle falde, qualità dell’aria, induzione di sismicità e altro ancora». Una seconda risoluzione, del Movimento 5 stelle, sempre sullo stesso tema e con le medesime richieste, doveva essere presentata giovedì, ma è stata rimandata per motivi di calendarizzazione. I firmatari delle risoluzioni hanno agito a seguito delle conclusioni della commissione ministeriale Ichese che lo scorso febbraio ha stabilito che il terremoto dell’Emilia del 2012 è stato indotto in parte dallo sfruttamento del sottosuolo. Sulla base di queste conclusioni, tra marzo e aprile 2014 le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna hanno deliberato, in via cautelativa, una moratoria per tutte le attività che concernono la perforazione del sottosuolo, in attesa che il governo emani linee guida. «La Regione Toscana, invece, non l’ha fatto», hanno spiegato ieri Roberto Barocci, del Comitato Sos geotermia, Pino Merisio del Comitato di Montenero e Franco Vite del Comitato di Monticello Amiata nel corso di una conferenza stampa alla Libreria delle ragazze di Grosseto. Dei quindici deputati del Pd che hanno sottoscritto la risoluzione, inoltre, solo due sono toscani (Susanna Cenni e Luigi Dellai), mentre gli altri provengono o dall’Emilia o dal Viterbese dove la popolazione e i sindaci sono molto preoccupati. «Purtroppo ad eccezione di Cenni e Dellai, i deputati toscani del Pd non solo non hanno firmato questa mozione – lamentano i tre Comitati – ma hanno tentato di inserire nel decreto Sblocca Italia la questione geotermica, che avrebbe avuto come conseguenza che la decisione ultima sulle costruzioni di impianti geotermici sarebbe spettata al capo del governo, bypassando totalmente i cittadini e i territori». «Quel che deve essere chiaro – conclude Vite – è che noi Comitati non siamo contro la geotermia; siamo per il rispetto del territorio. E visto il silenzio della Regione chiediamo al presidente Enrico Rossi: qual è il modello di sviluppo che si immagina per queste zone? L’agricoltura e il turismo, in cui siamo un’eccellenza, oppure un futuro industriale? Aspettiamo una risposta».

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=385&tx_ttnews[tt_news]=420655&tx_ttnews[backPid]=913

IL TIRRENO 21 novembre 2014

«In Toscana rilasciati 38 permessi di ricerca, 20 nel Grossetano. «Alla Gesto lo Stato darà 175 milioni» La corsa “all’acqua calda” e gli incentivi»

La risoluzione del Pd, che impegna il governo a mappare la crosta terrestre per stabilire dove si può costruire centrali geotermiche senza rischio di indurre terremoti e inquinare, fa esplicito riferimento a due impianti in progetto, uno a Castel Giorgio in Umbria e l’altro tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata, il cosiddetto progetto Montenero. E non è un caso. Sono infatti gli unici due impianti pilota in Italia. Il timore dei deputati firmatari è il timore che da anni attanaglia il Comitato Sos geotermia, attivo sull’Amiata, e che più recentemente ha portato alla costituzione del Comitato di Montenero d’Orcia e del Comitato di Monticello Amiata (Cinigiano), che da due anni sono diventati “terreno di caccia” per le società del settore dell’energia geotermica, alla ricerca di bacini di estrazione. A seguito del decreto ministeriale del 6 luglio 2012, infatti, sono stati introdotti incentivi base per la realizzazione di impianti geotermici ad autorizzazione regionale e altri, più lauti, per impianti pilota sperimentali fino a 5 Megawatt. In Toscana si è scatenata la corsa al calore della terra e al 29 aprile 2013 risultavano rilasciati dalla Regione 38 permessi di ricerca concentrati essenzialmente tra le provincie di Grosseto (che ne conta venti), Siena e Pisa per un totale di 3mila chilometri quadrati. Tra questi, quello di Montenero è un impianto pilota. «L’impianto in progetto a Montenero – spiega Franco Vite del Comitato Monticello Amiata, nel comune di Cinigiano – costa circa 35 milioni di euro ma per 25 anni lo Stato garantisce alla società costruttrice, la Gesto Italia, un prezzo dell’energia di 200 euro a Megawatt all’ora, a fronte di un prezzo di mercato di 60 euro a Megawatt all’ora. Insomma, la Gesto incasserà 7 milioni di euro all’anno per 25 anni di soldi pubblici, per un totale di 175 milioni di euro, per un impianto che misurerà 180 metri di lunghezza, 70 di larghezza e 11 di altezza e produrrà un rumore costante di 105 decibel, stravolgendo la natura di questi luoghi. E il problema è che di questi impianti solo tra le province di Siena e Grosseto ne vogliono fare altri dieci». «La centrale di Montenero – spiega Pino Merisio del Comitato Montenero – stravolgerebbe la natura di questo territorio e la sua vocazione agricola, dove si trovano alcune delle più prestigiose aziende toscane dell’agroalimentare, come Brunello, Col d’Orcia, Corsini, Banfi, Montecucco. Per questo c’è stata una mobilitazione di popolazione e sindaci». Tra Comitati, cittadini, aziende, associazioni di categoria e tecnici, sono state prodotte circa 700 osservazioni negative relative alla Via, al momento in fase di valutazione al ministero. I temi delle osservazioni riconducono ai rischi relativi alla mancata difesa delle aree di ricarico delle falde idriche (che spiega qual è il tipo di sottosuolo e quanta acqua impregna), all’assenza del Bilancio idrico (che stabilisce chi ha la priorità a sfruttare le falde acquifere e che già una legge del 1989 prescriveva fosse fatto), al pericolo di sismicità indotta, all’inquinamento delle falde acquifere e all’impatto ambientale». (f.f.)

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=385&tx_ttnews[pointer]=1&tx_ttnews[tt_news]=420656&tx_ttnews[backPid]=913

IL TIRRENO online (con foto e video)

Francesca Ferri

«Geotermia e rischio terremoti, Pd e M5s chiedono al governo di cambiare la legge»

Due risoluzioni impegnano l’esecutivo a mappare il sottosuolo per stabilire dove è rischioso costruire centrali, come chiedono i Comitati dell’Amiata. Dove intanto si sono moltiplicate le concessioni per lo sfruttamento del suolo

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2014/11/20/news/geotermia-e-rischio-terremoti-pd-e-m5s-chiedono-al-governo-di-cambiare-la-legge-1.10347115

LA NAZIONE, 21 novembre 2014

«No alla centrale, il Pd esca allo scoperto» Affondo dei Comitati su Montenero. Barocci: «Sindaci inutili. Se ne vadano»

DA UNA PARTE i castagni igp, dall’altra l’olio di olivastra. Poi i vigneti di Montecucco. E nel mezzo? Una centrale geotermica a ciclo binario da 5 megawatt di 173 metri di lunghezza, 81 di larghezza e alta 11 metri. Una centrale, il cui progetto sarebbe già pronto, che nessuno vuole. Almeno a parole. Perché dai fatti a parte ambientalisti e comitati – siamo rimasti alla stringata nota della Regione Toscana che riteneva insufficiente la documentazione di Gesto Italia, l’azienda titolare del progetto, per proseguire nell’iter per la costruzione. Ma adesso si è aperta un’altra strada: quella di un gruppo di deputati del Pd che hanno accolto le proposte degli ambientalisti, proponendo una risoluzione che avvii un processo per individuare i criteri tecnici e scientifici per escludere alcune aree dallo sfruttamento dell’energia geotermica a media e alta entalpia. Come a Montenero. Intorno a questo, però, c’è un silenzio preoccupante. Soprattutto dalla parte dei parlamentari Toscani del Pd che hanno deciso di non firmare la risoluzione in commissione di Chiara Braga. A parte Susanna Cenni. E’ per questo che i comitati hanno deciso di uscire allo scoperto: «Come mai dicono Pino Merisio, Franco Vite e Roberto Barocci dei Comitati il Pd Toscano non ci dà una mano? Come mai i deputati della Maremma tacciono?. E soprattutto perché i sindaci dei territori coinvolti non discutono con chi li ha votati il futuro dei loro territori? Se non hanno intenzione di aiutarci in questa battaglia se ne vadano via». la storia, infatti, è nota: il 20 giugno del 2014 la Gesto Italia srl presenta ai comuni di Castel del Piano, Arcidosso e Cinigiano un progetto per la costruzione di una centrale geotermica a ciclo binario tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata. In agosto, i Comitati riescono a presentare un’enorme quantità di Osservazioni (oltre 700) che riconducono ai rischi relativi alla mancata difesa delle aree di ricarico delle falde idriche, all’assenza del bilancio idrico, alla sismicità della zona e soprattutto alla vocazione produttiva del territorio. «Rischiamo di perdere molti posti di lavoro dice Pino Merisio sia nell’agricoltura che nel turismo. Basta pensare che già adesso, con la sola richiesta di Via, molti progetti lavorativi si sono fermati». E la Gesto? Tace. Anche perché il business plan di chi investe in questo tipo di energia sa che incasserà 200 euro a megawatt di prodotto. Che significano sette milioni di euro l’anno per 25 anni per un totale di 175 milioni di euro sicuri, perché gli incentivi di Stato – tra i più alti d’Europa – sono sicuri. «NON SIAMO sudditi chiude Roberto Barocci, leader della rete dei comitati ambientali della Maremma ma è evidente che il Partito Democratico Toscano non vuole confrontarsi con il territorio, basta guardare cosa hanno fatto i nostri parlamentari con quella risoluzione: non l’hanno firmata. Ci aspettiamo quindi dal Governatore Enrico Rossi e dal presidente della provincia Emilio Bonifazi e soprattutto dai sindaci del territorio, che dimostrino di contare qualcosa, non solo di fronte a noi, ma soprattutto nel loro partito». Perché la voce dei territori valga di più di quelle del territori speculativi che, ad essere tutelato, sia il bene comune.
Matteo Alfieri

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=90&tx_ttnews[tt_news]=420667&tx_ttnews[backPid]=913

Il Giunco (quotidiano online di Grosseto e Provincia)

di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons

Geotermia, contro la centrale Montenero: «Parlamentari e sindaci siano utili»

«Non siamo contro la geotermia a prescindere, ma riteniamo che debba essere fatta dove è possibile». Così i comitati aprono il dibattito intorno alla centrale Montenero da collocare tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata, preparando il terreno ad altre realtà industriali da inserire in un territorio ritenuto fragile e dall’alto patrimonio naturale e paesaggistico. Sono Pino Merisio, Franco Vite e Roberto Barocci i portavoce di chi si oppone alla costruzione di una centrale geotermica senza prima aver effettuato gli approfondimenti necessari a capire se tutto ciò sia minimamente sostenibile.

Tre punti da chiarire. «Sul territorio dell’Amiata ci sono alcune valutazioni che non sono state fatte, o addirittura sono del tutto assenti – spiegano i rappresentati dei comitati -. In prima battuta manca il bilancio idrico che per legge stabilisce delle priorità sull’utilizzo delle acque: cittadini, agricoltura, industria. In seconda analisi manca una mappatura relativa alle tutela delle aree di ricarica acqua potabile. In un terzo momento va presa in considerazione la sismicità della zona, visto che la geotermia comporta delle trivellazioni. Sappiamo benissimo che l’Amiata è considerata a livello 2, vale a dire che la preoccupazione per questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare».

Interessi economici. I comitati chiedono a gran voce di essere coinvolti il più possibile nelle scelte riguardanti la geotermia del territorio e temono uno sviluppo incontrollato del fenomeno. Prosciugamento delle falde e inquinamento, sono gli aspetti che preoccupano maggiormente, ma non sono i soli. «Il progetto per la costruzione della centrale Montenero è stato attivato con tre diversi decreti legislativi, quindi senza passare per il Parlamento – aggiungono i portavoce dei comitati – La centrale, avrà dimensioni notevoli: 11 metri di altezza, 173 di lunghezza, 81,4 di larghezza, con un impatto imponente su di una zona tra le più prestigiose dal punto di vista del turismo agroalimentare. Gesto Italia, società a socio unico con capitale di 10mila euro, ha presentato il progetto presso i comuni di Castel del Piano, Arcidosso e Cinigiano. E’ calcolato che avrà una spesa di 35 milioni di euro, al fronte di un ricavo di 7 milioni all’anno per 25 anni. Incentivi così sostanziosi, portano sempre più società ad investire nel settore con un rischio sempre più alto sul paesaggio e sulla salute dei cittadini».

Contrasto politico. I comitati hanno provato a muoversi andando anche in Regione, sollecitando il governatore Rossi, ma senza ricevere risposte adeguate su quello che sarà il modello di sviluppo ipotizzabile sull’Amiata. «A questo si aggiunge un contrasto politico che riguarda il Pd. Alcuni parlamentari con primo firmatario Chiara Braga hanno presentato una moratoria in cui impegnano il Governo ad avviare procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica, e in linea con la strategia energetica nazionale. Un atto simile è stato proposto anche dal Movimento 5 Stelle. Ciò che non comprendiamo è perché tra i firmatari ci sia un solo parlamentare toscano (Susanna Cenni), mentre gli altri siano andati in direzione opposta inserendo addirittura la geotermia all’interno dello “Sblocca Italia”. Se accadesse questo, la decisione finale spetterebbe al presidente del consiglio e di fatto qualsiasi valutazione o discussione in merito verrebbe scavalcata – concludono dai comitati -. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e chiediamo ai politici toscani, Enrico Rossi in primis, a quelli locali e ai sindaci del territorio di essere utili ai cittadini, perché la voce del territorio valga più degli interessi speculativi sulla geotermia».

http://www.ilgiunco.net/2014/11/20/geotermia-contro-la-centrale-montenero-parlamentari-e-sindaci-siano-utili/

Giovedì 20 novembre: conferenza stampa sulla centrale Geotermica “Montenero” a Grosseto

conferenza-stampa

Giovedì 20 novembre, a Grosseto ore 10.45 presso la LIBRERIA DELLE RAGAZZE, in Via Pergolesi 3/a

I Comitati di Montenero, Monticello Amiata, Val d’Orcia e SOS geotermia, contrari all’impianto geotermico di Montenero vi invitano ad una Conferenza Stampa.

Titolo:
La Giunta Regionale Toscana, i parlamentari toscani e i Sindaci devono dimostrare di essere utili ai  cittadini e al territorio“.

Verranno presentati documenti che dimostrano che mentre in Parlamento si è aperta una possibilità di porre un freno allo sfruttamento geotermico senza limiti e senza scrupoli, con un folto gruppo di deputati che chiedono di individuare i criteri tecnici e scientifici per escludere alcune aree dallo sfruttamento dell’energia geotermica a media e alta entalpia, in Toscana incombe un silenzio preoccupante.

Chi ha cercato di mettere la geotermia nel decreto “Sblocca Italia”

Immagine del manifesto della campagna "blocca lo sblocca italia"

Immagine del manifesto della campagna "blocca lo sblocca italia"In questi giorni si è tanto discusso dell’ormai famigerato decreto “Sblocca Italia” che, come giustamente ricordano i vari comitati italiani, dovrebbe chiamarsi “Distruggi Italia“, visto che – di fatto – è un megadecretone con cui vengono permesse tutta una serie di nefandezze che s/venderanno quel poco di decente che resta dell’ambiente e del paesaggio del nostro paese al miglio speculatore.

Hanno provato a buttarci nel mezzo anche la Geotermia, presunta energia rinnovabile (che rinnovabile non è), che ha il suo baricentro in Toscana – la ROSSA Toscana! – ed in particolar modo sul Monte Amiata, a cavallo tra le provincie di Grosseto e Siena. Geotermia che ha prodotto, sulla nostra montagna, un eccesso di mortalità per 13% medio nei comuni geotermici, contro un dato stabile nei comuni NON geotermici limitrofi, come ci dice il “Rapporto Geotermia 2010” redatto dall’ARS (di cui si può leggere dettagliatamente negli articoli dei nostri amici e compagni di Sos Geotermia “‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata” e “La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici“); quella Geotermia che, nonostante il dato di cui sopra – e qualcuno pagherà, per questo – è stata raddoppiata con l’autorizzazione Regionale con cui l’ENEL ha dato l’avvio alla costruzione di Bagnore 4 e, non paghi, sempre la Regione Toscana ha firmato un protocollo d’intesa con la “Rete geotermica” dell’orafo aretino Gori, in base alla quale si dovrebbero costruire 10-15 centrali a ciclo binario da 5MW tra la Montalcino del Brunello la Scansano del Morellino, passando – ovviamente – per l’Amiata.

Quest’ultimo progetto – quello della “Rete geotermica” – ha scatenato la rabbia e il rifiuto non solo delle popolazioni coinvolte, ma anche delle amministrazioni locali – tutte Pd, come Pd è la Regione, che però vuole la geotermia – tanto che per tutta l’estate c’è stato un movimento popolare di massa per dire ufficialmente NO alla prima delle 10-15 centrali dell’asse Rossi-Gori.

Quindi cosa di delinea, da questa vicenda:

che in Toscana c’è un Pd che – almeno a parole – sta con i cittadini e con i comitati nel dire NO alla Geotermia speculativa ed inquinante; e un altro Pd, quello di Rossi e della Regione e dei suoi alleati deputati che, assieme a deputati di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra cercano di togliere voce in capitolo ai cittadini – in primis – e alle amministrazioni locali.

I deputati in questione sono:

Sottolineiamo quest’ultimo non tanto perché sia particolarmente “peggiore” degli altri, quanto perché Beni è Presidente Nazionale dell’ARCI – associazione che in non pochi casi lavora coi più deboli, a tutela dell’ambiente, per combattere le diseguaglianze e tante altre nobili battaglie. Per questo lo sottolineiamo: per lo stupore.

Un’altra deputata toscana – non del Pd ma del Nuovo Centro Destra- che ha cercato di fregarci è:

Dorina Bianchi – Nata a PISA, il 3 giugno 1966

COME hanno provato, a infilare fraudolentemente la Geotermia nello “Sblocca Italia”? Andando a guardare si scoprono cose mooooolto interessanti. Seguiteci.

Leggi tutto “Chi ha cercato di mettere la geotermia nel decreto “Sblocca Italia””

Tutt@ al Consiglio comunale straordinario!

Immagine della centrale geotermica turca Dora 1
Immagine della centrale geotermica turca Dora 1
La centrale geotermica turca Dora 1, del tutto simile a quella che vorrebbero costruire a Monticello

Venerdì 29 agosto si terrà, finalmente!, il Consiglio comunale straordinario a Cinigiano con unico punto la Geotermia, ed in particolare il Progetto di impianto della Gesto Italia srl, previsto sulla strada che dal Casalino porta a Monticello Amiata (anche se fisicamente ubicato nel Comune di Castel del Piano).

Il Consiglio comunale straordinario sarà aperto, il che significa che TUTTE le cittadine e i cittadini potranno prendere la parola durante il consiglio, dicendo le loro ragioni, perplessità, paure, dubbi. E tutto verrà messo a verbale. Questa cosa è FONDAMENTALE per la nostra battaglia, perché sarà un altro segnale forte dell’unità di intenti tra amministrazione comunale, aziende, associazioni locali e cittadini nel NON VOLERE questa centrale nel nostro territorio, ma neanche tutte le altre che la Regione Toscana e la Rete Geotermica vorrebbero costruire nei prossimi anni sul Monte Amiata.

Un NO! categorico e motivato – come stanno a dimostrare le oltre 650 Osservazioni contrarie alla centrale che sono state raccolte nell’ultimo mese su tutto il territorio comunale e nei paesi limitrofi – che avrà ancora più forza se venerdì, durante il Consiglio comunale straordinario, saremo in tante e tanti, con gli amministratori, ad urlarlo alla Gesto, al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana.

Quindi non manchiamo, venerdì 29 agosto, alle ore 21, presso la sala del Consiglio comunale a Cinigiano, per dire NO! alla centrale geotermica della Gesto, insieme all’amministrazione, alla minoranza, alle aziende, ai cittadini del comune!

Comunicato stampa fine osservazioni centrale geotermica “Montenero”

Comunicato stampa

Comitato Agorà – Cittadinanza Attiva

COMUNICATO STAMPA del 22 agosto 2014

Comunicato stampaLa segreteria del Comune di Cinigiano ha concluso la spedizione delle osservazioni dei cittadini in relazione al progetto geotermico denominato Montenero.
Il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, destinatario della spedizione, ha ricevuto così da parte nostra più di 600 osservazioni: molte quelle dei cittadini, importantissime quelle delle aziende e degli esercizi pubblici.
Toccante e profonda l’osservazione di Don Antonio Bartalucci, Parroco di Monticello, Cinigiano, Porrona, Santa Rita, Castiglioncello Bandini e Montenero che, con parole dense, unisce la religiosità dei luoghi e delle popolazioni con le tradizioni, le radici, l’economia e l’etica chiedendone il rispetto.
Venti sono le osservazioni tecniche sul progetto dell’impianto preparate da un docente universitario di ingegneria elettrica nelle quali si chiede ai proponenti un profondo riesame di molti aspetti del progetto e si solleva, tra altri, preoccupazione sulla stabilità delle strade, sull’inquinamento magnetico, sul rumore, sulla presenza di liquidi infiammabili, sulle polveri sottili e sul gas radioattivo radon.
Le osservazioni di culturali e sociali della Pro Loco di Monticello Amiata tracciano la ricca storia di questo paese e la sua inequivocabile vocazione turistica e agricola.
Inoltre osservazioni di grande significato sono state presentate dal Consorzio Seggiano DOP e dalla Associazione per la valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP, attività che subirebbero un gravissimo danno economico con la perdita di centinaia di posti di lavoro a fronte delle pochissime unità offerte da un impianto geotermico.
Il numero delle osservazioni è elevatissimo come del resto la loro qualità, ciò testimonia quanto l’opposizione alla costruzione della centrale della Gesto Italia srl sia compatta e irremovibile: tutti uniti a ribadire la vocazione turistica e agricola delle nostro territorio e a difenderlo da ogni speculazione.
Le oltre 600 Osservazioni dei cittadini si concentrano su temi assai preoccupanti, quali la stabilità delle loro abitazioni (costruite tra il 1200 e il 1900) che rischiano lesioni o crolli per effetto dei movimenti tellurici riconducibili alle attività dell’impianto; l’eventuale aumento degli inquinanti (quali l’arsenico) nell’acqua dei pozzi e delle sorgenti utilizzate per l’irrigazione degli orti e per l’abbeveramento degli animali; i possibili danni agli uliveti, ai castagneti e ai vigneti per effetto dei lenti movimenti del terreno; gli irreparabili danni al bellissimo paesaggio e la paura, per chi ha abitazioni e terreni in vicinanza dell’impianto, per possibili incendi o esplosioni dell’impianto legate all’utilizzo di materiali fortemente infiammabili.
E per oltre 650 volte, con una dichiarazione esplicita e specifica, i cittadini hanno espresso la loro totale contrarietà alla realizzazione dell’impianto geotermico in difesa del loro territorio.
La nostra manifestazione corale è un messaggio chiarissimo alle Istituzioni Regionali e Nazionali: questo è un territorio ricco di storia e di tradizioni e abitato da gente intellettualmente viva e vivace che è assolutamente determinata a proteggere la propria terra, a mantenerne la vocazione culturale, a promuovere e difendere, in sinergia con le istituzioni locali, lo sviluppo agricolo e turistico. La coltura della terra è memoria, storia, risorse investite, sudore, amore: questo è il presente lasciatoci dai nostri padri, vogliamo che sia anche il rispettoso futuro per chi questa terra la vivrà.

Per contatti:
agora-cittadinanzattiva@inventati.org
http://agorattiva.noblogs.org/
https://www.facebook.com/agoracittadinanzattiva

La geotermia a Cinigiano: non solo Monticello

Cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana

Ieri sera si è tenuta, presso la sala consigliare del Comune di Cinigiano, un’assemblea sulla questione della centrale geotermica in progetto alle porte di Monticello.

Come Comitato vorremo, però, evitare di correre in un pericolo banale ma reale: far pensare ai cittadini del Comune che il problema sia “solo” di Monticello. Così non è, e la cartina seguente – della Regione Toscana, qui il dettaglio:

Cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana
Cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana

Come si può vedere, da Montalcino a Pereta, passando per Montenero, Cinigiano, Murci fino a Pitigliano, TUTTA l’Amiata è interessata a queste concessioni.

Nel dettaglio che segue, però, possiamo vedere che la zona del Comune di Cinigiano ha ben 2 concessioni, oltre a quella della centrale di “Montenero”:

  • una che si chiama “Cinigiano”, appunto, ed è sempre della società Gesto, la stessa che vuole costruire la centrale alle porte di Monticello;
  • l’altra che si chiama “Monte Labro”, di una società che si chiama “Geoenergy“.

Ecco il dettaglio:

Dettaglio della cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana
Dettaglio della cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana

Come si può vedere il comune di Cinigiano è INTERAMENTE interessato alla ricerca geotermica, non solo Monticello Amiata.

E come la “nostra” vicenda insegna, nel momento in cui una società spende tempo e soldi per fare ricerca, una volta che trova ciò che cerca, poi l’impianto prova a farlo.

Muoviamoci tutte e tutti, di Monticello e di Cinigiano, così come di Porrona, Santa Rita, il Sasso e tutte le altre frazioni, prima che sia troppo tardi.

15 luglio: assemblea sulla Geotermia a Cinigiano

Immagine della centrale geotermica turca Dora 1
La centrale geotermica turca Dora 1, del tutto simile a quella che vorrebbero costruire a Monticello

Martedì 15 luglio, alle ore 21, nella sala consigliare del Comune di Cinigiano si terrà un’assemblea cittadina aperta alla partecipazione di tutte/i, organizzata con il Comune, per informare i cittadini sul progetto di centrale geotermica che la società Gesto vorrebbe costruire alle porte di Monticello Amiata.

L’Ordine del Giorno sarà:

 

  • Che cosa sta succedendo?
  • Che cosa stanno facendo i comuni coinvolti?
  • Che cosa stanno facendo i comitati?

È assolutamente importante la partecipazione più larga possibile dei cittadini e delle cittadine!