Non è una questione di Zone, ma di Vita e Futuro

Immagine che rappresenta il "coniglio che esce dal cappello" nel rapporto tra Regione Toscana e lobby geitermiche

La Quarta Commissione Ambiente e Territorio della Regione Regione Toscana ha varato la cosiddetta Zonazione per quanto riguarda l’installazione di nuove Centrali Geotermiche sul suo territorio.

Si tratterebbe di un percorso che prevederebbe la creazione di aree idonee ed aree non idonee per la costruzione di centrali geotermiche, ovvero l’individuazione di aree in cui costruire centrali ed aree in cui non costruirle.

In poche parole Enrico Rossi e la sua amministrazione vorrebbero decretare l’esistenza di territori di serie A e territori di serie B.

Vorrebbero dividere questa regione e i suoi territori in aree sacrificabili e non sacrificabili.

Pensano di lacerare la lotta dei territori promettendo ad alcuni la “salvezza” a discapito di altri.

Siamo contenti nel constatare che le istituzioni toscane siano state obbligate, dalla mobilitazione che tutti i comitati e cittadini toscani hanno saputo mettere in campo, a ritornare sui propri passi rispetto ai loro progetti di sfruttamento geotermico.

Ci dispiace però informarle che noi, non soffrendo di sindrome Nimby (acronimo inglese per Not In My Back Yard, cioè “Non nel mio cortile“), rigettiamo in toto questa impostazione.

Che non cadiamo nel loro tranello. Non ci facciamo dividere nè spaccare da una lusinga.

Noi riteniamo che nessun territorio sia sacrificabile; che la nostra montagna e i territori ad essa vicini vadano difesi in toto dagli affaristi e dal partito trasversale degli affari.

Che non permetteremo la distruzione di un territorio, della sua economia e della sua vita per garantire il profitto di pochi.

L’ecosistema montagna influenza un largo territorio: dalla montagna fino al mare viviamo di essa, delle sue acque, dei suoi boschi, della sua aria. Se muore un’intera montagna, muore tutto quello che le sta intorno, che la morte sia portata da una discarica alle sue pendici, o che derivi dalle Centrali geotermiche. Vogliono devastarla e dominarla per permettere il profitto di pochi a discapito della salute e della vita dei più. Alla devastazione dettata dal profitto opponiamo la collaborazione e la solidarietà tra territori, non saremo complici.

Ci sono delle parti ben definite e contrapposte in campo. Da una parte ci sono gli abitanti che si scontrano contro i poteri economici, e dall’altra coloro che favoriscono gli interessi economici di pochi rispetto alla salute e alla possibilità di lavoro di tutti. Dalla montagna fino al mare, non permetteremo questa devastazione.

E’ una questione economica, e lo dimostra per esempio l’Amiata grossetano, territorio in cui vivono la maggior parte dei cittadini che sono attivi nei Comitati che danno vita alla Rete Centrali Zero:

  • nell’Amiata Grossetano tra il 2002 e il 2015 sono stati erogati quasi 100 milioni di euro di Contributi UE per l’Agricoltura;
  • tra il 2007 e il 2013 ci sono stati:
    • investimenti legati al PSR per più di 21 Milioni di euro, con quasi 11 milioni di Contributo Pubblico.
    • nuovi 40 Giovani Agricoltori insediati.
    • 96 nuovi Progetti Agricoli (cantine, frantoi, stalle, etc).
    • 103 Progetti di Investimento nel settore Castanicolo e Forestale.
  • Nell’Amiata Grossetano c’è un’azienda agricola ogni 7 persone.

Solo investendo intelligenza, amore, impegno – e alla fine anche economia – si può fare di questa nostra Terra ciò che vogliono tutte e tutti le amiatine, così come i cittadini della Val d’Elsa, della Maremma, della Val d’Orcia e di tutta la Toscana:

un’oasi di bellezza e qualità, in cui agricoltura, turismo e cultura siano a misura di donna, di uomo, di bambina e di bambino.

Noi viviamo di Agricoltura, Natura e Cultura di una Terra Antica.

Questi territori non sono e non possono diventare un Distretto Industriale.
Essi hanno bisogno di essere liberi da veleni per esprimere il loro potenziale.
Questa terra ha bisogno di Aria, Terra e Acqua pulita.
Ha bisogno di Vita
Non ha bisogno del partito trasversale degli Affari, dei suoi patti, dei suoi accordi economici.
Per questo diciamo a gran voce che non esistono territori sacrificabili e che non accettiamo la Zonazione che la Regione Toscana propone.
Basta Centrali, Basta Veleni.

Soluzione?

Centrali Zero

– – – – – – – – – –

Rete Centrali Zero:

Comitato Agorà CittadinanzAttiva di Monticello Amiata

Comitato MaremmAttiva di Pitigliano – Sorano

Comitato No Geotermia di Seggiano

Comitato Fumarole

Genuino Amiatino

Il mistero della VIA al progetto geotermico “Montenero”

Immagine del paese di Montenero d'OrciaMontenero d’Orcia, Monticello Amiata

3 ottobre 2016

La vicenda dell’impianto pilota “Montenero” proposta dalla Gesto Italia s.r.l. e la procedura VIA è ferma da mesi al Ministero dell’Ambiente, ma recentemente si è tinta di giallo, come c’è da aspettarsi da ogni estate che si rispetti. Altrimenti di che si può parlare in spiaggia?!

Il 12 settembre è stato pubblicato sul sito dedicato alla VIA del Ministero dell’Ambiente un documento, datato 30 agosto, che faceva pensare che il Ministero avesse dato parere favorevole alla VIA per la centrale in questione. Questa notizia, raccolta e rilanciata immediatamente dai diversi comitati che si oppongono allo sfruttamento massivo della geotermia sull’Amiata, ha sollevato un vespaio non solo a scala locale ma anche nazionale, con articoli di giornale, giornalisti stampa e televisivi sguinzagliati sul posto in cerca di notizie, servizi RAI, interrogazioni parlamentari. Anche gli Amministratori pubblici locali si son dati da fare tanto che in Regione Toscana Leonardo Marras, capogruppo del Pd nel consiglio, ha commentato negativamente l’accaduto:

“chiedo con forza, ancora una volta, che sia applicato il criterio del paesaggio a tutela dell’ambiente e dell’economia dell’area”.

Forse per via di tutto questo “rumore”, forse per chi sa quale misteriosa alchimia amministrativa, il 21 settembre la comunicazione è scomparsa dal sito del Ministero con tutta la relativa documentazione. A questo punto i comitati locali vittime del progetto si sono mossi rivolgendosi all’avv. Greco, il legale che ha seguito tutte le fasi istruttorie del procedimento VIA, affinché chiedesse chiarimenti al Ministero.

Il Ministero ha quindi spiegato che:

– sul progetto pilota Montenero NON è stato rilasciato alcun giudizio di compatibilità ambientale da parte della Commissione tecnica VIA, la quale si è pronunciata positivamente solo sul progetto di smaltimento di terre e rocce da scavo;

– la comunicazione comparsa sul sito per qualche giorno (nella quale si affermava il contrario) sarebbe stata frutto di un mero errore informatico, poi corretto;

– le ultime integrazioni sono state depositate da Gesto il 14 settembre spontaneamente, per fornire chiarimenti su dubbi emersi a seguito di una riunione istruttoria che si sarebbe tenuta presso la Commissione tecnica VIA.

Se i primi due punti lasciano perplessi (perché esprimersi su una parte marginale del progetto come le rocce di scavo, prima di esprimersi sull’impatto dell’intera opera e perché darne visibilità sul sito?) il terzo apre uno spiraglio su quanto sta accadendo nelle stanze del Ministero e ci permette di trarre alcune conclusioni.

Come mai la Gesto sta ancora inviando integrazioni sul modello geologico del sottosuolo, di cui le ultime del 14 settembre (due giorni dopo l’allarmante comunicazione del 12), relative ad una precedente integrazione di luglio che è stata oggetto di una riunione il giorno 8 settembre? Se la Gesto sta inviando integrazioni così importanti, tra l’altro su una parte che aveva precedentemente secretato nella fase aperta al pubblico, perché questo non riapre il procedimento che consentirebbe anche agli enti locali oltre che ai cittadini di esprimersi di nuovo?
Son queste le domande che l’avv. Greco ha posto al Ministero, ricevendo in risposta un laconico “stiamo valutando” ed un mellifluo “fatele comunque che saranno pubblicate sul sito e tenute nella debita considerazione, indipendentemente dalla riaperture dalla fase delle osservazioni”.

Quello che noi ci sentiamo di poter dire è che, sulla questione “Montenero”, così come su tutti gli altri progetti geotermici dell’Amiata – siano essi quelli di ENEL, siano essi quelli “a ciclo binario” della “Rete Geotermica” – l’attenzione della cittadinanza, delle amministrazioni locali, delle aziende che operano su territorio, ed ora anche di alcuni esponenti politici sia regionali che nazionali è sempre più alta. Ogni volta che si muove foglia, la reazione di tutti noi è immediata e implacabile, coinvolgendo intere comunità, a prescindere da qualsiasi altra differenza.

Ora spetta a Rossi e a Renzi provare ad essere realmente “democratici”, accettare che il loro scellerato progetto sull’Amiata non lo vuole nessuno, scendere dal trono ed iniziare a ragionare del futuro della nostra amata montagna con chi, quotidianamente, la vive e la vuol far diventare un esempio di qualità, bellezza e rispetto che può e merita di essere.

Per contatti:
agora-cittadinanzattiva@inventati.org

http://agorattiva.noblogs.org/

https://www.facebook.com/agoracittadinanzattiva

Il ministero dell’Ambiente autorizza la costruzione della centrale geotermica “Montenero”

Immagine dell'autorizzazione ministeriale al Progetto di centrale geotermica "Montenero"Ebbene si, del Progetto di centrale “Montenero” ne abbiamo parlato molto in questi anni, su questo sito, per strada, con le nostre osservazioni al Ministero, con le nostre assemblee, con le riunioni e le feste (nel 2015 e nel 2016) con gli altri comitati amiatini e non, con la nostra presenza in Regione fino ad arrivare a portare la Regione qui a casa nostra, per di/mostrargli la follia della geotermia in un territorio votato a ben altre economie.

Tutto questo non è servito, la voce dei cittadini, degli amministratori locali, degli imprenditori, addirittura della stampa estera, non servono a smuovere dalla loro posizione i politici nazionali e – soprattutto – gli interessi forti, speculativi, che stanno dietro (e di fianco) al progetto geotermico dell’Amiata, come si può tristemente leggere qui:
http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1421/1997?Testo=&RaggruppamentoID=143#form-cercaDocumentazione

Ma non hanno fatto bene i loro conti: non sanno, o fingono di non sapere, che quella amiatina è una comunità in movimento, ormai ben consapevole del pericolo mortale che la geotermia è per la salute e per la vita di chi vive questa splendida montagna e il territorio che la circonda.

La nostra lotta non si fermerà sicuramente per una nota messa così, quasi di nascosto, su un sito ministeriale.

A sarà düra ! !

3 luglio 2016: TUTTI A MONTICELLO AMIATA! ritorna GIÙ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA

Il manifesto della giornata del 3 luglio a Monticello Amiata: giù le mani dalla nostra terra!Siate ragionevoli
chiedete l’impossibile
(Ernesto Balducci)

L’Amiata è una delle più grandi aree di produzione di energia geotermica in Italia. Oggi le centrali che sfruttano il calore della terra sono cinque, per un totale di 120 MW di potenza installata. L’entrata in funzione dell’ultimo impianto, Bagnore 4, inaugurato da Enel Green Power a fine 2014, ha completato quest’opera di sfruttamento della risorsa “rinnovabile” che tuttavia comporta un forte impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica, con l’immissione in atmosfera, nell’acqua e nel suolo di sostanze inquinanti e pericolose.

A questo sfruttamento in essere, si aggiunge la possibilità di installare 18 nuovi impianti, con ulteriori centinaia di MW,;tanti sono infatti i permessi di ricerca rilasciati ad una decina di nuove società nell’area dell’Amiata. I progetti di Seggiano, Montenero e Monte Labbro vedono il paese di Monticello Amiata al centro di una dannosa triangolazione di impianti ravvicinati.

Pochi mesi dopo la grande manifestazione del 28 giugno 2015, dove centinaia di persone con in testa i sindaci di Cinigiano e Seggiano, hanno chiaramente detto NO al progetto geotermico della Regione Toscana, il 17 dicembre 2015 la Regione stessa, nella figura della funzionaria Carla Chiodini ha “Ritenuto non necessario sottoporre il progetto Monte Labbro 1 alla procedura di valutazione dell’impatto ambientale”: in sostanza, per la prima volta in Italia, si ritengono non necessari studi e valutazioni ambientali prima di trivellare per la realizzazione di un pozzo di ricerca profondo 4,5 km a ridosso di una riserva naturale. A seguito di tale atto abbiamo deciso di procedere con il Ricorso al TAR.

È di queste ultimissime settimane l’inizio del lavori a Scansano e Pereta (frazione nel comune di Magliano in Toscana).

Partecipando alla giornata del 3 luglio oltre a dare idee ed energie preziose per l’Amiata, potrete anche aiutarci a raccogliere i fondi per sostenere le spese del ricorso.

COMBATTIAMO CONTRO

  • Il saccheggio della nostra terra in nome del profitto di pochi
  • La privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua
  • Le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria
  • Il rischio di subsidenza
  • Il depauperamento delle nostre tradizioni popolari e contadine
  • La distruzione dell’economia agroalimentare e turistica
  • Lo stravolgimento della cultura della condivisione, della partecipazione, della vita a misura di essere umano

VOGLIAMO e DIFENDIAMO

  • Il rilancio di una economia eco-sostenibile
  • La valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali
  • Un turismo diffuso, che conti sulle tante piccole attività di qualità
  • Una politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio
  • Un intervento pubblico non mirato agli interessi di pochi, ma della collettività
  • Il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente

Diciamo basta alle centrali geotermiche in Amiata!

La questione del rifiuto del “modello geotermico” va ben oltre qualunque differenziazione politica e/o istituzionale, le condizioni per una eventuale presenza geotermica sul territorio amiatino sono, a nostro parere, da escludere nella maniera più chiara e decisa e lo diciamo con la forza e le voci dei cittadini, che non accettano la presenza sul territorio delle strutture geotermiche.

Un’altra Amiata è possibile, una montagna che non ha bisogno delle centrali geotermiche che inquinano e distruggono il territorio, ma che, anzi, le ritiene incompatibili con il modello di sviluppo economico, sociale e culturale che deve essere costruito. Un modello di sviluppo che si basi sulla capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; sulla valorizzazione del grande patrimonio ambientale, l’acqua, il bosco e la possibilità di fruirne in tutte le stagioni, i prodotti agricoli locali; sul patrimonio culturale e storico, sui diversi “turismi” presenti, quello ambientale, ma anche culturale e sportivo; sul grande patrimonio insostituibile rappresentato dalle piccole e medie aziende artigianali e commerciali. La coltura e la cultura della terra sono memoria, storia, risorse investite, sudore, amore: questo è il presente lasciatoci dalle nostre madri e dai nostri padri, vogliamo che sia anche il rispettoso futuro per chi, questa terrà, la vivrà.

3 LUGLIO 2016, PROGRAMMA DELLA GIORNATA

  • ore 9.00 accoglienza

  • ore 10 passeggiata con flash mob per Loc. Castelli

  • ore 11.00 al campo di Alberto:

    • i bambini ed i ragazzi presenti pianteranno un castagno

    • arricchiamo lo stollo dei pensieri, laboratori di pittura e di fotografia

  • ore 12.30 rientro in paese e apertura stand:

  • pranzo con menu antigeotermico a Km zero

  • ore 15.00 MONTICELLO IN PIAZZA:
    musica, artisti di strada, bancarelle, piazze tematiche organizzate dalle associazioni, prodotti tipici, giochi, balli, laboratori di fiabe e di immagini

  • ore 19 premiazione della sottoscrizione a premi

  • ore 19.30 apertura stand

  • ore 21 Musica dal vivo con:
    I Fratelli Cerca Testo e I tre Pazzi Avanti. Folk Rock ad alto Voltaggio e basse Emissioni

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI CINIGIANO

ORGANIZZANO:

Agorà CittadinanzAttiva

Pro Loco Monticello Amiata

Per aderite al manifesto e alla giornata di festa e di r/esistenza del 3 luglio scrivere a: agora-cittadinanzattiva@inventati.org

Un modo di aiutarci è di scaricare e distribuire il materiale promozionale per la giornata del 3 luglio, che potete trovare qui sotto:

ADESIONI

L’intervista a Radio Onda d’Urto di Brescia

Immagine del Monte LabbroLa solidarietà non sono chiacchiere, ma è una pratica quotidiana che ci permette di vedere un futuro positivo là dove, altrimenti, rischierebbero di addensarsi solo fosche nubi.

La solidarietà attiva, come la cittadinanza, è fatta di tanti piccoli gesti quotidiani, come quelli dei nostri amici e sodali di Compartir e dell’Ecocompatibilmente Fest, che ci hanno permesso di fare questa bella e lunga intervista su Radio Onda d’Urto di Brescia, radio comunitaria, di movimento, da sempre vicina alle lotte dei territori, e che ringraziamo di cuore.

Una chiacchierata a 360° sull’Amiata, la Geotermia, la storia di queste terre, della sua bellezza, e del rischio – enorme – che sta correndo di essere trasformata in un distretto industriale buono alla speculazione di pochi.

Eccola:

http://www.radiondadurto.org/2016/03/02/amiata-contro-pozzo-la-mobilitazione-toscana-in-difesa-del-monte-amiata/

La follia del geotermico sulla stampa nazionale

Evidentemente noi dei Comitati “ambientalisti”, come ci apostrofano sui quotidiani locali – quando, invece, siamo semplici cittadini (come ci apostrofano alcuni politici locali, pensando di insultarci, quando invece ci fanno il più grande dei complimenti), evidentemente dicevamo, non siamo poi così pazzi, se anche sulla stampa nazionale iniziano a venire serissimi dubbi sulla sensatezza del “Piano Rossi” per quanto riguarda la Geotermia nella nostra Toscana, ed in particolar modo alle pendici del Monte Amiata.

Al punto che su il Fatto Quotidiano di oggi si trova un bel articolo dell’archeologo Manlio Lilli, che riportiamo qua sotto per intero:

File di cipressi che interrompono il verde intenso di una campagna fatta di morbide colline. Ma anche vigneti ed oliveti quasi sterminati. Uno scenario naturale che l’Organizzazione delle Nazioni Unite, quando nel 2004 lo ha dichiarato patrimonio dell’Unesco, ha definito “eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole”.

Distesa di viti in Val d'Orcia

E’ la val d’Orcia, tra Siena e Grosseto, area sud della Toscana. A chi verrebbe in mente di piazzare in questi luoghi un mostro in cemento armato grande come un campo di calcio ed alto come uno stabilimento industriale? Forse a nessuno. Regione Toscana, a parte. Già, perché da quando il Decreto legislativo del 2010 (poi modificato nel 2011 e ancora dal decreto legge del 2012) ha liberalizzato l’attività geotermoelettrica, la Regione del presidente Rossi è stata subissata dalle richieste di ricerca per il reperimento della risorsa geotermica. Al punto da decidere nello scorso febbraio di introdurre una moratoria di sei mesi.

“Quel che droga tutto sono le compensazioni e gli incentivi previsti per le rinnovabili. Come fu per l’eolico”, diceva lo scorso aprile Sergio Bovicelli, ex assessore provinciale alle Infrastrutture ed ex consigliere comunale a Santa Fiora. I 200 euro per ogni megawatt prodotto costituiscono una “tariffa incentivante” di tutto rispetto. Il ricavo annuale previsto per la ditta appaltatrice è stimato sui 7,5 milioni di Euro per 25 anni, a fronte di un investimento iniziale di circa 30 milioni. Così a metà 2013 risultavano rilasciati 38 permessi di ricerca, relativi a centrali al massimo da 5Mw/h.O, concentrati perlopiù tra le province di Grosseto, Siena e Pisa. Assegnatarie 13 differenti società, di cui 4 (Futuro Energia, Geothermics Italy, Terra Energy e Toscana Geo) supportate dalla stessa multinazionale (la Geysir Europe srl) e altre due (Geoenergy srl ed Exergia Toscana srl) che fanno capo alla società Italbrevetti. E poi Gesto Italia srl., costola della multinazionale Gesto Energy Consulting, responsabile del progetto di Montenero d’Orcia, frazione di Castel del Piano. Una delle centrali distribuite tra Val d’Orcia e Amiata. Progetti contestati da chi quei territori li abita. Ma anche da chi li amministra. Uniti dal timore che quelle centrali possano innescare un pericoloso corto circuito. Non solo alla produzione di prodotti agroalimentari di altissima qualità, ma soprattutto al paesaggio.

Quel che dispiace è che le istituzioni non ascoltino minimamente la voce dei cittadini” diceva nel gennaio 2014 Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello. Da Montenero a Monticello Amiata, frazione del Comune di Cinigiano, dove è prevista un’altra centrale. Quella denominata Monte Labbro, che eseguirà ricerche nei Comuni di Arcidosso, Roccalbegna, Castel del Piano, Santa Fiora e Campagnatico, oltre che a Cinigiano. “Il mio campo confina con la strada dell’Ontanelli e a tre metri da esso c’è la Riserva naturale di Poggio all’Olmo … Ora voi ci dite che nella riserva tutto è intoccabile e che a tre metri da essa invece si potrà realizzare un gigantesco mostro?”. Scrive così nello scorso dicembre al Governatore della Regione, Alberto Aluigi, proprietario del terreno dove la Geoenergy srl. vuole realizzare il progetto di Monte Labbro. Non è tutto. Si è deciso di escludere il progetto dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Circostanza che ha suscitato molte perplessità. Ma alle questioni particolari si mescolano criticità più generali. In pericolo c’è il Paesaggio, certo. Ma il rischio è anche che le nuove centrali provochino inquinamento ambientale e una sismicità indotta. Nonostante il Piano paesaggistico regionale, fatto approvare a fatica dall’assessore all’urbanistica Marson, ampie porzioni del territorio toscano potrebbero essere stravolte. Può sembrare un paradosso. Per il Governo della Toscana non lo è.

Sull’assemblea paesana a Monticello Amiata del 13 dicembre

Comunicato stampaL’assemblea paesana a Monticello Amiata

Sabato 13 dicembre si è tenuta, a Monticello Amiata, l’assemblea paesana convocata dal Comitato “Agorà – CittadinanzAttiva” per aggiornare la situazione del progetto di centrale geotermica “Montenero”, presentato dalla società Gesto Italia srl presso il Ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana e i Comuni di Castel del Piano, Cinigiano ed Arcidosso.

L’assemblea – partecipata ed attiva – è stata introdotta con un breve riassunto di quanto successo da settembre ad oggi.

È stato raccontato l’incontro con la Commissione Attività Produttive della Regione Toscana, senza che questo portasse a risposte dalla Regione stessa:

http://agorattiva.noblogs.org/2014/09/26/in-regione-toscana-a-chiedere-risposte/;

è stato raccontato della nascita, il 5 ottobre ad Orvieto, della Rete NoGESI – No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante – di cui il nostro comitato fa parte:

http://agorattiva.noblogs.org/2014/10/07/degli-stati-generali-della-rete-nazionale-no-geotermia-elettrica-speculativa-e-inquinante/;

abbiamo raccontato del presidio fatto sotto il Parlamento, il 15 e 16 ottobre, per evitare che anche la geotermia entrasse nel famigerato decreto “Sblocca Italia” http://agorattiva.noblogs.org/2014/10/21/chi-ha-cercato-di-mettere-la-geotermia-nel-decreto-sblocca-italia/;

abbiamo collaborato, attraverso la Rete NoGESI, con l’onorevole Braga – responsabile ambiente della segreteria nazionale del Partito Democratico – perché venisse presentata una Risoluzione per la moratoria delle centrali geotermiche in attesa di VIA mentre il governo rivede e rimette mano a tutto il progetto geotermico italiano;

non avendo MAI avuto alcun tipo di risposta dalla Regione Toscana, fin dall’inizio della nostra battaglia, il 19 novembre abbiamo indetto una conferenza stampa a Grosseto, tenuta da tutti i comitati amiatini contro al geotermia speculativa ed inquinante:

http://agorattiva.noblogs.org/2014/11/21/i-giornali-sulla-conferenza-stampa-del-20-novembre/.

Anche in questo caso non abbiamo ricevuto risposta alcuna dalla Regione Toscana, anche dopo aver posto 3 chiare ed inequivocabili questioni alla Regione:

http://agorattiva.noblogs.org/2014/11/25/la-risposta-dei-comitati-alla-regione-toscana/;

in queste settimane abbiamo partecipato a presidi, incontri, assemblee, proiezioni di documentari su tutto il territorio amiatino, allacciando rapporti sempre più stretti con gli altri comitati e con i cittadini preoccupati dei nostri territori e venerdì prossimo saremo a Seggiano in occasione del Convegno organizzato dall’amministrazione locale in collaborazione con gli amici del Comitato locale.

Sabato abbiamo deciso, perciò, visto il silenzio assoluto alle nostre richieste di cittadini, di convocare un’assemblea comunale a Monticello a metà gennaio, con la presenza dell’intero Consiglio comunale – maggioranza e minoranza congiunte – per discutere tutti assieme della situazione allo stato attuale e per arrivare – questa sarà la nostra proposta a maggioranza ed opposizione – ad una conferenza stampa congiunta, Consiglio, Comitato, cittadini, aziende, associazione di categoria e tutti coloro interessati che vorranno partecipare, in cui si chiederà, tutti assieme, che la Regione Toscana risponda alle nostre richieste.

Per contatti:
agora-cittadinanzattiva@inventati.org

http://agorattiva.noblogs.org/

https://www.facebook.com/agoracittadinanzattiva

I giornali sulla conferenza stampa del 20 novembre

Immagine della conferenza stampa dei comitati contro la geotermia a Grosseto il 20 novembreIeri si è tenuta a Grosseto una conferenza stampa dei comitati contro la geotermia dell’Amiata. Erano presenti:

Roberto Barocci per Sos Geotermia;
Pino Merisio per il Comitato di Montenero d’Orcia;
Franco Vite per il Comitato “Agorà – CittadinanzAttiva” di Monticello Amiata.

Di seguito la Rassegna stampa:

IL TIRRENO 21 novembre 2014

«Geotermia e sisma, legge da cambiare»

di Francesca Ferri

La questione dello sfruttamento geotermico sull’Amiata, e in particolare a Montenero d’Orcia, nel comune di Castel del Piano, torna in parlamento. E, per la prima volta, non sotto forma di interrogazione, bensì di risoluzione per cambiare la normativa nazionale in materia. Un cambiamento che, per i proponenti, è indispensabile per la tutela del territorio e della salute dei cittadini. Si chiede infatti di introdurre linee guida – al momento inesistenti – e precauzioni, nella fase di rilascio delle autorizzazioni a costruire impianti, in modo da scongiurare l’insorgere di eventuali terremoti indotti dall’attività estrattiva, l’inquinamento delle falde e dell’aria e l’inquinamento acustico. Lo sfruttamento geotermico, com’è noto, prevede che il terreno venga trivellato in profondità alla ricerca di acqua calda da estrarre per produrre energia elettrica. Negli impianti di seconda generazione, una volta sfruttato il fluido geotermico, il vapore non viene liberato in atmosfera ma reiniettato nel sottosuolo. C’è, però, suolo e suolo: in alcune zone si può trivellare ed estrarre senza “effetti collaterali” e altre in cui il sottosuolo contiene naturalmente sostanze pericolose e inquinanti, che possono venire in superficie insieme al vapore e contaminare l’ambiente. In altre ancora è più alta la possibilità di terremoti. In Italia al momento non esiste una mappa di queste zone, cioè non ci sono indicazioni sulle zone dove si può o non si può costruire una centrale geotermica. Il 12 novembre quattordici parlamentari del Partito democratico, guidati da Chiara Braga – componente della commissione Ambiente alla Camera e responsabile Ambiente del Pd, partito di governo – hanno presentato alle commissioni Ambiente e Attività produttive, riunite, una risoluzione (la 7/00486) che impegna il governo ad «avviare le procedure di zonazione del territorio italiano per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili» e a «emanare linee guida a cura dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente che individuino anche i criteri attraverso i quali definire a livello nazionale, quali dei siti potenzialmente sfruttabili risultino effettivamente suscettibili di sfruttamento, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al possibile inquinamento delle falde, qualità dell’aria, induzione di sismicità e altro ancora». Una seconda risoluzione, del Movimento 5 stelle, sempre sullo stesso tema e con le medesime richieste, doveva essere presentata giovedì, ma è stata rimandata per motivi di calendarizzazione. I firmatari delle risoluzioni hanno agito a seguito delle conclusioni della commissione ministeriale Ichese che lo scorso febbraio ha stabilito che il terremoto dell’Emilia del 2012 è stato indotto in parte dallo sfruttamento del sottosuolo. Sulla base di queste conclusioni, tra marzo e aprile 2014 le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna hanno deliberato, in via cautelativa, una moratoria per tutte le attività che concernono la perforazione del sottosuolo, in attesa che il governo emani linee guida. «La Regione Toscana, invece, non l’ha fatto», hanno spiegato ieri Roberto Barocci, del Comitato Sos geotermia, Pino Merisio del Comitato di Montenero e Franco Vite del Comitato di Monticello Amiata nel corso di una conferenza stampa alla Libreria delle ragazze di Grosseto. Dei quindici deputati del Pd che hanno sottoscritto la risoluzione, inoltre, solo due sono toscani (Susanna Cenni e Luigi Dellai), mentre gli altri provengono o dall’Emilia o dal Viterbese dove la popolazione e i sindaci sono molto preoccupati. «Purtroppo ad eccezione di Cenni e Dellai, i deputati toscani del Pd non solo non hanno firmato questa mozione – lamentano i tre Comitati – ma hanno tentato di inserire nel decreto Sblocca Italia la questione geotermica, che avrebbe avuto come conseguenza che la decisione ultima sulle costruzioni di impianti geotermici sarebbe spettata al capo del governo, bypassando totalmente i cittadini e i territori». «Quel che deve essere chiaro – conclude Vite – è che noi Comitati non siamo contro la geotermia; siamo per il rispetto del territorio. E visto il silenzio della Regione chiediamo al presidente Enrico Rossi: qual è il modello di sviluppo che si immagina per queste zone? L’agricoltura e il turismo, in cui siamo un’eccellenza, oppure un futuro industriale? Aspettiamo una risposta».

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=385&tx_ttnews[tt_news]=420655&tx_ttnews[backPid]=913

IL TIRRENO 21 novembre 2014

«In Toscana rilasciati 38 permessi di ricerca, 20 nel Grossetano. «Alla Gesto lo Stato darà 175 milioni» La corsa “all’acqua calda” e gli incentivi»

La risoluzione del Pd, che impegna il governo a mappare la crosta terrestre per stabilire dove si può costruire centrali geotermiche senza rischio di indurre terremoti e inquinare, fa esplicito riferimento a due impianti in progetto, uno a Castel Giorgio in Umbria e l’altro tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata, il cosiddetto progetto Montenero. E non è un caso. Sono infatti gli unici due impianti pilota in Italia. Il timore dei deputati firmatari è il timore che da anni attanaglia il Comitato Sos geotermia, attivo sull’Amiata, e che più recentemente ha portato alla costituzione del Comitato di Montenero d’Orcia e del Comitato di Monticello Amiata (Cinigiano), che da due anni sono diventati “terreno di caccia” per le società del settore dell’energia geotermica, alla ricerca di bacini di estrazione. A seguito del decreto ministeriale del 6 luglio 2012, infatti, sono stati introdotti incentivi base per la realizzazione di impianti geotermici ad autorizzazione regionale e altri, più lauti, per impianti pilota sperimentali fino a 5 Megawatt. In Toscana si è scatenata la corsa al calore della terra e al 29 aprile 2013 risultavano rilasciati dalla Regione 38 permessi di ricerca concentrati essenzialmente tra le provincie di Grosseto (che ne conta venti), Siena e Pisa per un totale di 3mila chilometri quadrati. Tra questi, quello di Montenero è un impianto pilota. «L’impianto in progetto a Montenero – spiega Franco Vite del Comitato Monticello Amiata, nel comune di Cinigiano – costa circa 35 milioni di euro ma per 25 anni lo Stato garantisce alla società costruttrice, la Gesto Italia, un prezzo dell’energia di 200 euro a Megawatt all’ora, a fronte di un prezzo di mercato di 60 euro a Megawatt all’ora. Insomma, la Gesto incasserà 7 milioni di euro all’anno per 25 anni di soldi pubblici, per un totale di 175 milioni di euro, per un impianto che misurerà 180 metri di lunghezza, 70 di larghezza e 11 di altezza e produrrà un rumore costante di 105 decibel, stravolgendo la natura di questi luoghi. E il problema è che di questi impianti solo tra le province di Siena e Grosseto ne vogliono fare altri dieci». «La centrale di Montenero – spiega Pino Merisio del Comitato Montenero – stravolgerebbe la natura di questo territorio e la sua vocazione agricola, dove si trovano alcune delle più prestigiose aziende toscane dell’agroalimentare, come Brunello, Col d’Orcia, Corsini, Banfi, Montecucco. Per questo c’è stata una mobilitazione di popolazione e sindaci». Tra Comitati, cittadini, aziende, associazioni di categoria e tecnici, sono state prodotte circa 700 osservazioni negative relative alla Via, al momento in fase di valutazione al ministero. I temi delle osservazioni riconducono ai rischi relativi alla mancata difesa delle aree di ricarico delle falde idriche (che spiega qual è il tipo di sottosuolo e quanta acqua impregna), all’assenza del Bilancio idrico (che stabilisce chi ha la priorità a sfruttare le falde acquifere e che già una legge del 1989 prescriveva fosse fatto), al pericolo di sismicità indotta, all’inquinamento delle falde acquifere e all’impatto ambientale». (f.f.)

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=385&tx_ttnews[pointer]=1&tx_ttnews[tt_news]=420656&tx_ttnews[backPid]=913

IL TIRRENO online (con foto e video)

Francesca Ferri

«Geotermia e rischio terremoti, Pd e M5s chiedono al governo di cambiare la legge»

Due risoluzioni impegnano l’esecutivo a mappare il sottosuolo per stabilire dove è rischioso costruire centrali, come chiedono i Comitati dell’Amiata. Dove intanto si sono moltiplicate le concessioni per lo sfruttamento del suolo

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2014/11/20/news/geotermia-e-rischio-terremoti-pd-e-m5s-chiedono-al-governo-di-cambiare-la-legge-1.10347115

LA NAZIONE, 21 novembre 2014

«No alla centrale, il Pd esca allo scoperto» Affondo dei Comitati su Montenero. Barocci: «Sindaci inutili. Se ne vadano»

DA UNA PARTE i castagni igp, dall’altra l’olio di olivastra. Poi i vigneti di Montecucco. E nel mezzo? Una centrale geotermica a ciclo binario da 5 megawatt di 173 metri di lunghezza, 81 di larghezza e alta 11 metri. Una centrale, il cui progetto sarebbe già pronto, che nessuno vuole. Almeno a parole. Perché dai fatti a parte ambientalisti e comitati – siamo rimasti alla stringata nota della Regione Toscana che riteneva insufficiente la documentazione di Gesto Italia, l’azienda titolare del progetto, per proseguire nell’iter per la costruzione. Ma adesso si è aperta un’altra strada: quella di un gruppo di deputati del Pd che hanno accolto le proposte degli ambientalisti, proponendo una risoluzione che avvii un processo per individuare i criteri tecnici e scientifici per escludere alcune aree dallo sfruttamento dell’energia geotermica a media e alta entalpia. Come a Montenero. Intorno a questo, però, c’è un silenzio preoccupante. Soprattutto dalla parte dei parlamentari Toscani del Pd che hanno deciso di non firmare la risoluzione in commissione di Chiara Braga. A parte Susanna Cenni. E’ per questo che i comitati hanno deciso di uscire allo scoperto: «Come mai dicono Pino Merisio, Franco Vite e Roberto Barocci dei Comitati il Pd Toscano non ci dà una mano? Come mai i deputati della Maremma tacciono?. E soprattutto perché i sindaci dei territori coinvolti non discutono con chi li ha votati il futuro dei loro territori? Se non hanno intenzione di aiutarci in questa battaglia se ne vadano via». la storia, infatti, è nota: il 20 giugno del 2014 la Gesto Italia srl presenta ai comuni di Castel del Piano, Arcidosso e Cinigiano un progetto per la costruzione di una centrale geotermica a ciclo binario tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata. In agosto, i Comitati riescono a presentare un’enorme quantità di Osservazioni (oltre 700) che riconducono ai rischi relativi alla mancata difesa delle aree di ricarico delle falde idriche, all’assenza del bilancio idrico, alla sismicità della zona e soprattutto alla vocazione produttiva del territorio. «Rischiamo di perdere molti posti di lavoro dice Pino Merisio sia nell’agricoltura che nel turismo. Basta pensare che già adesso, con la sola richiesta di Via, molti progetti lavorativi si sono fermati». E la Gesto? Tace. Anche perché il business plan di chi investe in questo tipo di energia sa che incasserà 200 euro a megawatt di prodotto. Che significano sette milioni di euro l’anno per 25 anni per un totale di 175 milioni di euro sicuri, perché gli incentivi di Stato – tra i più alti d’Europa – sono sicuri. «NON SIAMO sudditi chiude Roberto Barocci, leader della rete dei comitati ambientali della Maremma ma è evidente che il Partito Democratico Toscano non vuole confrontarsi con il territorio, basta guardare cosa hanno fatto i nostri parlamentari con quella risoluzione: non l’hanno firmata. Ci aspettiamo quindi dal Governatore Enrico Rossi e dal presidente della provincia Emilio Bonifazi e soprattutto dai sindaci del territorio, che dimostrino di contare qualcosa, non solo di fronte a noi, ma soprattutto nel loro partito». Perché la voce dei territori valga di più di quelle del territori speculativi che, ad essere tutelato, sia il bene comune.
Matteo Alfieri

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=40&no_cache=1&tx_ttnews[cat]=90&tx_ttnews[tt_news]=420667&tx_ttnews[backPid]=913

Il Giunco (quotidiano online di Grosseto e Provincia)

di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons

Geotermia, contro la centrale Montenero: «Parlamentari e sindaci siano utili»

«Non siamo contro la geotermia a prescindere, ma riteniamo che debba essere fatta dove è possibile». Così i comitati aprono il dibattito intorno alla centrale Montenero da collocare tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata, preparando il terreno ad altre realtà industriali da inserire in un territorio ritenuto fragile e dall’alto patrimonio naturale e paesaggistico. Sono Pino Merisio, Franco Vite e Roberto Barocci i portavoce di chi si oppone alla costruzione di una centrale geotermica senza prima aver effettuato gli approfondimenti necessari a capire se tutto ciò sia minimamente sostenibile.

Tre punti da chiarire. «Sul territorio dell’Amiata ci sono alcune valutazioni che non sono state fatte, o addirittura sono del tutto assenti – spiegano i rappresentati dei comitati -. In prima battuta manca il bilancio idrico che per legge stabilisce delle priorità sull’utilizzo delle acque: cittadini, agricoltura, industria. In seconda analisi manca una mappatura relativa alle tutela delle aree di ricarica acqua potabile. In un terzo momento va presa in considerazione la sismicità della zona, visto che la geotermia comporta delle trivellazioni. Sappiamo benissimo che l’Amiata è considerata a livello 2, vale a dire che la preoccupazione per questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare».

Interessi economici. I comitati chiedono a gran voce di essere coinvolti il più possibile nelle scelte riguardanti la geotermia del territorio e temono uno sviluppo incontrollato del fenomeno. Prosciugamento delle falde e inquinamento, sono gli aspetti che preoccupano maggiormente, ma non sono i soli. «Il progetto per la costruzione della centrale Montenero è stato attivato con tre diversi decreti legislativi, quindi senza passare per il Parlamento – aggiungono i portavoce dei comitati – La centrale, avrà dimensioni notevoli: 11 metri di altezza, 173 di lunghezza, 81,4 di larghezza, con un impatto imponente su di una zona tra le più prestigiose dal punto di vista del turismo agroalimentare. Gesto Italia, società a socio unico con capitale di 10mila euro, ha presentato il progetto presso i comuni di Castel del Piano, Arcidosso e Cinigiano. E’ calcolato che avrà una spesa di 35 milioni di euro, al fronte di un ricavo di 7 milioni all’anno per 25 anni. Incentivi così sostanziosi, portano sempre più società ad investire nel settore con un rischio sempre più alto sul paesaggio e sulla salute dei cittadini».

Contrasto politico. I comitati hanno provato a muoversi andando anche in Regione, sollecitando il governatore Rossi, ma senza ricevere risposte adeguate su quello che sarà il modello di sviluppo ipotizzabile sull’Amiata. «A questo si aggiunge un contrasto politico che riguarda il Pd. Alcuni parlamentari con primo firmatario Chiara Braga hanno presentato una moratoria in cui impegnano il Governo ad avviare procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica, e in linea con la strategia energetica nazionale. Un atto simile è stato proposto anche dal Movimento 5 Stelle. Ciò che non comprendiamo è perché tra i firmatari ci sia un solo parlamentare toscano (Susanna Cenni), mentre gli altri siano andati in direzione opposta inserendo addirittura la geotermia all’interno dello “Sblocca Italia”. Se accadesse questo, la decisione finale spetterebbe al presidente del consiglio e di fatto qualsiasi valutazione o discussione in merito verrebbe scavalcata – concludono dai comitati -. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e chiediamo ai politici toscani, Enrico Rossi in primis, a quelli locali e ai sindaci del territorio di essere utili ai cittadini, perché la voce del territorio valga più degli interessi speculativi sulla geotermia».

http://www.ilgiunco.net/2014/11/20/geotermia-contro-la-centrale-montenero-parlamentari-e-sindaci-siano-utili/

Giovedì 20 novembre: conferenza stampa sulla centrale Geotermica “Montenero” a Grosseto

conferenza-stampa

Giovedì 20 novembre, a Grosseto ore 10.45 presso la LIBRERIA DELLE RAGAZZE, in Via Pergolesi 3/a

I Comitati di Montenero, Monticello Amiata, Val d’Orcia e SOS geotermia, contrari all’impianto geotermico di Montenero vi invitano ad una Conferenza Stampa.

Titolo:
La Giunta Regionale Toscana, i parlamentari toscani e i Sindaci devono dimostrare di essere utili ai  cittadini e al territorio“.

Verranno presentati documenti che dimostrano che mentre in Parlamento si è aperta una possibilità di porre un freno allo sfruttamento geotermico senza limiti e senza scrupoli, con un folto gruppo di deputati che chiedono di individuare i criteri tecnici e scientifici per escludere alcune aree dallo sfruttamento dell’energia geotermica a media e alta entalpia, in Toscana incombe un silenzio preoccupante.

Assemblee sul territorio

Dettaglio della cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana
Dettaglio della cartina delle concessioni di ricerca geotermica in Toscana

Lunedì 28 luglio si è tenuta, nella sala della Pro Loco di Cinigiano, un’assemblea cittadina sulla questione del Progetto di centrale geotermica della Gesto Italia.

Scopo della riunione era, in primis, informare ed aggregare nuovi cittadini che si mobilitino contro questo scempio.

PARTECIPAZIONE

A metà serata la sala era piena: tutte le sedie occupate e gente in piedi. Attorno alle 50 persone (+ o -), grande attenzione e preoccupazione;

INFORMARE ED AGGREGARE

L’intervento dell’ingegner Marco Pascucci, con il suo studio del Progetto Gesto e le note condivise con tutte/i noi, è stato fondamentale.

Dal suo lavoro sono emerse alcune cose veramente preoccupanti, come il rumore che verrà prodotto dalla centrale (l’equivalente di 4 martelli pneumatici sempre in funzione), il calore (l’equivalente di 50.000 caloriferi sempre accesi: cioè il riscaldamento prodotto dalla città di Brescia, per capirsi) e la deturpazione del paesaggio: la struttura avrà una “torre” alta 11 metri poggiata su una struttura lunga 60 metri e larga 40.

FARE PRESSIONE SULLE FORZE POLITICHE LOCALI

Ieri erano presenti, per l’Amministrazione comunale di Cinigiano, il vicesindaco Balocchi, l’assessora all’Ambiente Francesca Bianchi e la consigliera Daniela Tassi.

Hanno espresso la loro posizione, hanno raccontato cosa stanno facendo e sono emerse cose sicuramente interessanti.

Era presente anche Alice Bianchini, consigliera di minoranza, nonché altri esponenti della minoranza.

IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI

Dopo un inizio difficile, il rapporto tra Agorà – CittadinanzAttiva e le istituzioni – tanto la maggioranza quanto la minoranza del Consiglio comunale di Cinigiano, ma anche con dirigenti e dipendenti del Comune stesso – ora procede bene: in tutte le assemblee pubbliche organizzate da noi o con la nostra collaborazione, hanno partecipato attivamente membri tanto della maggioranza che della minoranza. Entrambe si sono dette più che disponibili a collaborare per una mozione comune di rifiuto della centrale di Montenero / Monticello e ci è stato promesso che a brevissimo verrà convocato il tanto auspicato Consiglio comunale straordinario sulla questione geotermica.

DA PARTE NOSTRA

La discussione è stata assai proficua.

Abbiamo deciso:

  • di continuare, ovviamente, ad organizzare la raccolta delle Osservazioni (mentre scriviamo ne abbiamo raccolte già 200 tra i cittadini, oltre 20 tra gli “esperti” e stiamo lavorando per raccogliere anche quelle delle aziende), che è la priorità da qui al 24 agosto. Altre persone si sono date disponibili a fare questa cosa.;

  • di continuare a fare queste assemblee itineranti, ogni 15 giorni. È stata proposta come sede della prossima assemblea Santa Rita, e siamo in attesa che ci venga detto quando verrà fatta dagli amici del comitato locale;

  • di fare iniziative di piazza, per rendere ancora più esplicita la nostra opposizione alla centrale.

Mercoledì 30, poi, c’è stato un importantissimo incontro con i comitati di Montenero e quello di Castel Giorgio – in provincia di Terni – che come noi sta lottando contro un’assurda centrale geotermica, piazzata a pochi metri dal paese, in uno splendido paesaggio agreste.

Erano presenti anche l’avvocato Greco, l’assessore all’ambiente del Comune di Castel del Piano Franco Giannetti e con l’arrivo a sorpresa del Sindaco di Seggiano Gianpiero Secco.

Tra le tante cose dette e discusse, ne sono emerse alcune di fondamentale importanza:

  • alla fine della procedura di VIA da parte del Ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana dovrà esprimere un parere VINCOLANTE sulla costruzione o meno della centrale;

  • che TUTTI i soggetti in campo contrari alla centrale DEVONO marciare e parlare con una sola voce, ad iniziare dalle amministrazioni comunali, in cui maggioranza e minoranza – almeno su questa battaglia – devono collaborare al 100%; voce che sarà determinante per premere sulla Regione perché NON autorizzi la costruzione della centrale;

  • che noi cittadini, aziende, associazioni e amministrazioni NON possiamo produrre delle Osservazioni complete perché non abbiamo la possibilità di accedere al Progetto di centrale completo, visto che la società proponente, la Gesto srl, ha secretato alcune parti del Progetto stesso; e chiediamo, tutte e tutti, di spostare questa scadenza fino a quando non avremo avuto TUTTA la documentazione;

Ragionavamo su queste cose, quando è arrivato il Sindaco di Seggiano, e ci ha parlato del nuovo progetto di centrale geotermica presentato nel suo comune, tra Seggiano e Monte Giovi:

http://www.regione.toscana.it/-/progetti-sottoposti-a-procedura-di-valutazione-di-impatto-ambientale

È chiaro, a questo punto, come del resto già lo era, che la battaglia contro la distruzione del nostro territorio, nella sua trasformazione da località di pregio, di produzioni di qualità, di turismo a zona industriale degradata, questa battaglia NON è “solo” di Montenero o Monticello, ma di tutte e tutti i cittadini del Monte Amiata.