Chi ha cercato di mettere la geotermia nel decreto “Sblocca Italia”

Immagine del manifesto della campagna "blocca lo sblocca italia"

Immagine del manifesto della campagna "blocca lo sblocca italia"In questi giorni si è tanto discusso dell’ormai famigerato decreto “Sblocca Italia” che, come giustamente ricordano i vari comitati italiani, dovrebbe chiamarsi “Distruggi Italia“, visto che – di fatto – è un megadecretone con cui vengono permesse tutta una serie di nefandezze che s/venderanno quel poco di decente che resta dell’ambiente e del paesaggio del nostro paese al miglio speculatore.

Hanno provato a buttarci nel mezzo anche la Geotermia, presunta energia rinnovabile (che rinnovabile non è), che ha il suo baricentro in Toscana – la ROSSA Toscana! – ed in particolar modo sul Monte Amiata, a cavallo tra le provincie di Grosseto e Siena. Geotermia che ha prodotto, sulla nostra montagna, un eccesso di mortalità per 13% medio nei comuni geotermici, contro un dato stabile nei comuni NON geotermici limitrofi, come ci dice il “Rapporto Geotermia 2010” redatto dall’ARS (di cui si può leggere dettagliatamente negli articoli dei nostri amici e compagni di Sos Geotermia “‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata” e “La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici“); quella Geotermia che, nonostante il dato di cui sopra – e qualcuno pagherà, per questo – è stata raddoppiata con l’autorizzazione Regionale con cui l’ENEL ha dato l’avvio alla costruzione di Bagnore 4 e, non paghi, sempre la Regione Toscana ha firmato un protocollo d’intesa con la “Rete geotermica” dell’orafo aretino Gori, in base alla quale si dovrebbero costruire 10-15 centrali a ciclo binario da 5MW tra la Montalcino del Brunello la Scansano del Morellino, passando – ovviamente – per l’Amiata.

Quest’ultimo progetto – quello della “Rete geotermica” – ha scatenato la rabbia e il rifiuto non solo delle popolazioni coinvolte, ma anche delle amministrazioni locali – tutte Pd, come Pd è la Regione, che però vuole la geotermia – tanto che per tutta l’estate c’è stato un movimento popolare di massa per dire ufficialmente NO alla prima delle 10-15 centrali dell’asse Rossi-Gori.

Quindi cosa di delinea, da questa vicenda:

che in Toscana c’è un Pd che – almeno a parole – sta con i cittadini e con i comitati nel dire NO alla Geotermia speculativa ed inquinante; e un altro Pd, quello di Rossi e della Regione e dei suoi alleati deputati che, assieme a deputati di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra cercano di togliere voce in capitolo ai cittadini – in primis – e alle amministrazioni locali.

I deputati in questione sono:

Sottolineiamo quest’ultimo non tanto perché sia particolarmente “peggiore” degli altri, quanto perché Beni è Presidente Nazionale dell’ARCI – associazione che in non pochi casi lavora coi più deboli, a tutela dell’ambiente, per combattere le diseguaglianze e tante altre nobili battaglie. Per questo lo sottolineiamo: per lo stupore.

Un’altra deputata toscana – non del Pd ma del Nuovo Centro Destra- che ha cercato di fregarci è:

Dorina Bianchi – Nata a PISA, il 3 giugno 1966

COME hanno provato, a infilare fraudolentemente la Geotermia nello “Sblocca Italia”? Andando a guardare si scoprono cose mooooolto interessanti. Seguiteci.

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Perché nuove centrali quando abbiamo potenza elettrica in eccesso?

Immagine del grafico del margine di capacità energetica dell'Italia tra il 2003 e il 2013

Immagine del grafico del margine di capacità energetica dell'Italia tra il 2003 e il 2013

Dopo averne sentito parlare tante volte ora arriva la conferma, ufficiale:

l’Italia ha un eccesso di capacità elettrica in eccesso di 25 GW di potenza.

Cosa significa? Significa – spiega l’a.d. di Terna Matteo Del Fante – che “la capacità necessaria a coprire la domanda di punta è rimasta pressoché invariata, passando da 53,1 a 53,9 GW, mentre la capacità disponibile è salita da 54,4 a 78,7 GW, con un margine di riserva passato da 1,3 a 24,8 GW”.

L’eccesso di potenza è dovuto alla forte crescita degli impianti a ciclo combinato a gas, avvenuta dal 2002 al 2011, e alla massiccia espansione delle fonti rinnovabili intermittenti tra il 2009 e il 2013: dal 2003 al 2013 si sono aggiunti circa 21,8 GW di potenza da termoelettrico e circa 27 GW di potenza da eolico e fotovoltaico.

Matteo Del Fante, tra l’altro, è tutt’altro che un ecologista estremista amico dei comitati:

questo signore, infatti, nel 1991 è stato assunto dalla JPMorgan, istituto in cui dopo aver ricoperto varie posizioni nel 1999 assume la carica di Managing Director a Londra, occupandosi fino al 2003 di operazioni finanziarie e strategiche per i maggiori clienti europei della banca (per maggiori info leggi Chi è Matteo Del Fante, il nuovo ad di Terna al posto di Cattaneo).

A questo punto sorge spontanea la domanda, che poniamo al Presidente della Regione Rossi, ma anche ai responsabili della rediviva Provincia di Grosseto, l’uno promotore dell’accordo con la Rete geotermica dell’aretino Gori per fare 10-15 centrali geotermiche sull’Amiata e dintorni, l’altra promotrice di un ben specificato “Distretto delle rinnovabili” nella sua provincia di competenza.

La domanda è:

visto che siamo in ECCESSO di produzione elettrica, per quale motivo andare a costruire decine di impianti industriali – siano essi geotermici, eolici, fotovoltaici – in un territorio, quello della Provincia di Grosseto e dell’Amiata in particolare, da SEMPRE votati all’agricoltura di qualità e al turismo?

La domanda, in realtà, è retorica: perché se TOGLIESSIMO gli (a questo punto inspiegabili) incentivi alle “rinnovabili” (e su questo termine ci sarebbe da discutere assai a lungo) NESSUNO verrebbe a fare questi impianti – costosi e poco produttivi – da noi, come in nessuna altra parte d’Italia.

A questo punto è CERTIFICATO che si tratta di pura e semplice SPECULAZIONE: queste aziende vengono sui nostri territori attratte dal profitto facile (che arriva dalle nostre bollette, cioè dalle nostre tasche, “grazie” ai politicanti di tutti gli schieramenti), del tutto indifferenti ai disastri che provocano.

L’ultimo paradosso, la cigliegia sulla torta, come si suol dire, è che il 70% delle aziende che producono energia “rinnovabile” in Italia NON sono Italiane. Quindi i soldi delle nostre bollette finiscono FUORI del nostro paese.

Cornuti e mazziati, come si diceva una volta…

Fonte: Qualenergia.it

Blocca lo “Sblocca Italia”: 15 e 16 ottobre tutti a Roma!

Immagine del manifesto della manifestazione

Immagine del manifesto della manifestazioneBLOCCA LO SBLOCCA-ITALIA”, DIFENDI LA TUA TERRA!

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA CONTRO IL DECRETO CHE DISTRUGGE IL BELPAESE

MERCOLEDÌ 15 E GIOVEDÌ 16 OTTOBRE MATTINA A ROMA DUE GIORNI DI PRESIDIO

DI COMITATI E CITTADINI DAVANTI AL PARLAMENTO.

MANDA UN’EMAIL DI DISSENSO AI PARLAMENTARI DA MARTEDI’ 7 OTTOBRE.

L’APPELLO

Un attacco all’ambiente senza precedenti e definitivo: è il cosiddetto Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 13 settembre scorso. Un provvedimento che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani. È un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare che fa vivere milioni di persone con il turismo; alle colline dove l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo; addirittura alle montagne e ai paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio. Basti pensare che il Governo Renzi rilancia le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli e in quello di Salerno tra Ischia, Capri, Sorrento, Amalfi e la costiera Cilentana, dell’omonimo Parco Nazionale.

Si arriva al paradosso che le produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e senza ulteriore consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo sono, invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento.

Mentre il mondo intero sta cercando di affrancarsi da produzioni inquinanti, il Governo Renzi per i prossimi decenni intende avviare la nostra terra su un binario morto dell’economia. Eppure l’industria petrolifera non ha portato alcun vantaggio ai cittadini ma ha costituito solo un aggravamento delle condizioni sociali ed ambientali rispetto ad altre iniziative legate ad un’economia diffusa e meno invasiva.

Nel Decreto la gestione dei rifiuti è affidata alle ciminiere degli inceneritori, mentre l’Italia dovrebbe puntare sulla necessaria riduzione dei rifiuti e all’economia del riciclo e del riutilizzo delle risorse.

Tanti comuni italiani hanno raggiunto percentuali del 70-80% di raccolta differenziata coinvolgendo intere comunità di cittadini. Bruciare i rifiuti significa non solo immettere nell’ambiente pericolosissimi inquinanti producendo ceneri dannose alla salute e all’ambiente ma trasforma in un grande affare, concentrato in poche mani, quello che potrebbe essere una risorsa economica per molti.

Le grandi opere con il loro insano e corrotto “ciclo del cemento” continuano ad essere il mantra per questo tipo di “sviluppo” mentre interi territori aspettano da anni il risanamento ambientale. Chi ha inquinato deve pagare. Servono però bonifiche reali, non affidate agli stessi inquinatori e realizzate con metodi ancora più inquinanti; l’esatto opposto delle recenti norme con cui si cerca di mettere la polvere tossica sotto al tappeto. Addirittura il “sistema Mose” diventa la regola, con commissari e general contractor” che gestiranno grandi aree urbane in tutto il Paese, partendo da Bagnoli.

Questo Decreto anticipa nei fatti le peggiori previsioni della modifica della Costituzione accentrando il potere in poche mani ed escludendo le comunità locali da qualsiasi forma di partecipazione alla gestione del loro territorio..

Il provvedimento si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano complessivo di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la legge di stabilità.

Riteniamo che il Parlamento debba far decadere le norme di questo Decreto chiarendo che le vere risorse strategiche del nostro paese sono il nostro sistema agro-ambientale con forme di economia diffusa, dal turismo consapevole all’agricoltura, dalle rinnovabili diffuse alle filiere del riciclo e del riutilizzo.

Contrastare questo Decreto è un impegno affinché la bellezza del paese non sfiorisca definitivamente sacrificata sull’altare degli interessi di pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche.

COSA PUOI FARE DA CITTADINO, COMITATO O ASSOCIAZIONE?

PARTECIPARE AL PRESIDIO A ROMA

Partecipare al presidio a Roma a Piazza Montecitorio, un sit-in “a staffetta” tra cittadini che difenderanno la loro terra per i giorni:

MERCOLEDI’ 15 OTTOBRE, ore 10-14

GIOVEDI’ 16 OTTOBRE, ore 10-14

INVIARE UN’EMAIL “BLOCCA LO “SBLOCCA-ITALIA” A PARTIRE DA MARTEDI’ 7 OTTOBRE ai parlamentari – link: www.acquabenecomune.org per testo ed indirizzi dei parlamentari.

PER ADESIONI DI ORGANIZZAZIONI E INFORMAZIONI:

nosbloccaitalia@gmail.com

Prime adesioni: Coordinamento nazionale NO TRIV, Forum Italiano Movimenti per l’Acqua Coordinamento Nazionale Siti Contaminati; Abruzzo Social Forum; Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua; Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Associazione A SUD; Stop Biocidio Lazio; Taranto Respira; Peacelink; WWF Taranto; NO Carbone Brindisi, Confederazione COBAS, Ambiente e Salute nel Piceno; Comitato Stoccaggio Gas S. Martino (CH), Comitati Cittadini per l’Ambiente di Sulmona; Associazione Nuovo Senso Civico; Comitato No TAP; Coordinamento nazionale No Triv-sez Basilicata; Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata; Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cremona-Mantova e Tirreno-Brennero; Onda rosa, comitatino di mamme e donne del centro olio (ENI) di Viggiano; No Triv Sannio, Altragricoltura, Comitato per la Difesa delle Terre Joniche, Rete Forum Ambientale dell’Appennino; Comitato No Powercrop Avezzano (AQ), Circolo culturale “Ambientescienze” – Cremona; Comitato No al Petrolio nel Vallo di Diano (SA), Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”, Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni (Tortoreto, TE), Comitato Opzione Zero – Riviera del Brenta, Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro Storico di Brescia, Forum Ambientalista di Grosseto, Associazione Made in Taranto, Ola (Organizzazione lucana ambientalista), Rete dei comitati in Difesa del Territorio, Medicina Democratica Onlus, Associazione AmbienteVenezia, Cambiamo Abbiategrasso, Circolo culturale “AmbienteScienze” di Cremona, Comitato NO Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera, Comitato sardo Gettiamo le Basi, Radio AUT per l’antimafia sociale, Comitato NOil Puglia, Rete della Conoscenza, Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, Comitato SpeziaViaDalCarbone (La Spezia), WWF Potenza e Aree Interne, MEDITERRANEO NO TRIV, Comitato Verità per Taranto, Comitato 12 giugno Familiari delle vittime del lavoro di Taranto, Associazione ambientalista “Clan-Destino O.N.L.U.S.”, Ass. Ravenna virtuosa, A.N.P.I. Sezione di Nova Milanese (Monza e Brianza), Assotziu Consumadoris Sardigna – Onlus. Comitato NO TUNNEL TAV Firenze, Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, AmicoAlbero – Venezia, Movimento dei Consumatori, Collettivo Nonviolento Uomo Ambiente della BASSA – RE- Guastalla, L.O.C. – Lega Obiettori di Coscienza alle spese militari e nucleari, Milano, Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell’Acqua, Brindisi Bene Comune, ATTAC Italia; Associazione ZeroWasteLazio, Associazione Alternativa@Mente, Rete Campana della Civiltà del Sole e della Biodiversità, Coordinamento regionale dei comitati NoMuos, Osservatorio sulla Repressione, Fondazione Lorenzo Milani, Associazione RAP Molise, Coordinamento No Triv – Terra di Bari, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Mountain Wilderness Abruzzo; Associazione TILT!; Coordinamento Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia; Legambiente Italia; Comitato FuoriPista; Associazione Bianchi Bandinelli; Forum Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori; Rete civica italiana; Consiglio Metropolitano Partecipato; Era Onlus – Associazione Radicale Esperanto; Laboratorio sociale “La città di sotto” – Biella; Associazione Rita Atria; L’Albero Vagabondo; Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti; Fronte Sannita per la Difesa della Montagna; Forum Paesaggio Marche.

Degli Stati Generali della Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante

Disegno di un'assemblea

Disegno di un'assembleaDomenica 5 ottobre nella Sala del Governatore ad Orvieto si sono svolti gli Stati Generali del movimento nazionale contro la Geotermia Elettrica speculativa e inquinante.

Hanno partecipato al dibattito associazioni provenienti da varie regioni del Paese, parlamentari, sindaci, tecnici uniti nella comune battaglia di impedire che lo sfruttamento della geotermia speculativa ed inquinante diventi un ennesimo attacco ai territori, anziché una risorsa per tutto il Paese.

Intensificare l’azione di contrasto verso il Governo e le Regioni affinché si facciano carico delle problematiche ambientali e sociali-anche gravi- che ormai a livello mondiale accompagnano lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica e rafforzare la Rete Nazionale affinché rappresenti al meglio le istanze che provengono dai territori verso i livelli istituzionali, le decisioni assunte dopo una giornata di dibattito.

La mattinata è stata dedicata al rapporto della Rete Nazionale con le istituzioni: erano presenti il Sindaco di Orvieto Giuseppe Germani (Pd) – che ha portato anche il saluto della città impegnata contro l’installazione di impianti geotermici sull’altopiano dell’Alfina – Alberto Bambini (centro-sinistra) di Acquapendente e Luciano Cimarello (centro-sinistra) di Montefiascone. I sindaci hanno parlato del rapporto diretto e quotidiano che hanno con Associazioni e Comitati, e come questo rapporto abbia portato al rifiuto non solo e non tanto della geotermia o dell’eolico o del fotovoltaico, quanto delle loro declinazioni in senso speculativo che non coinvolgano direttamente amministrazione e cittadini. A questo proposito il Sindaco di Orvieto ha rilanciato la proposta di una piano energetico comunale – e se altri sindaci saranno d’accordo anche di area più vasta – basato sulle reali esigenze energetiche territoriali, chiamando le associazioni del territorio alla collaborazione piena.  Proposta che ci pare bene interpreti la tendenza in atto nel Paese che vede sempre più sindaci e consiglieri che si schierano apertamente – di fronte all’attacco dei territori, nuova fonte di speculazione nella crisi del Paese – con le proprie popolazioni, ne interpretano i progetti e tentano di tradurli politicamente ed amministrativamente. Può essere un immenso laboratorio che si apre e può rafforzare il senso di comunità distrutto in questi anni di lontananza della politica.

Le due parlamentari presenti, l’on Alessandra Terrosi del PD e l’on. Federica Daga del M5S hanno esposto il loro impegno parlamentare in merito alla tematica per far sì che la geotermia sia una risorsa utile al Paese e non il cataclisma che si è abbattuto prima sull’Amiata e che ora sta invadendo altri territori senza che siano stati risolti i problemi che accompagnano tale utilizzo. Hanno sollecitato le istituzioni territoriali a mantenere alta la pressione verso il Governo ed il Parlamento, perché solo la presenza di una pressione sociale forte può permette di ottenere risultati. Ha preso la parola anche il geologo dr. Francesco Biondi soffermandosi sui problemi indotti dallo sfruttamento geotermico, in particolare delle acque potabili in pericolo nella piana dell’Alfina e del sottostante Lago di Bolsena.

Mentre il prof. Minervini, coordinatore della giornata, ha sottolineato come gli interventi invasivi del territorio orvietano siano ormai improponibili non solo per le logiche di uno sviluppo ragionato e compatibile con le caratteristiche ambientali e culturali del Comprensorio, ma anche perché l’Orvietano è stato individuato, d’intesa fra Regione Umbria e Governo, come “Area Interna”. Questo comporta che lo sviluppo economico del Comprensorio Orvietano cessa di essere estemporaneo e basato sulle pressioni delle lobbies e dei singoli portatori d’interesse che, come cita il testo ministeriale sulle Aree Interne, “…hanno tratto profitto… alcuni soggetti – che possiamo definire “nemici delle Aree Interne”. Si tratta di quegli attori privati e pubblici che hanno estratto risorse – costruendo posizioni di rendita significative – anziché innovare. Sono stati realizzati interventi – discariche, cave, impianti per l’energia eolica o l’utilizzazione di biomasse e altro ancora – che non hanno generato benefici locali di rilievo. Si è trattato di modalità d’uso del territorio alle quali le amministrazioni locali hanno in genere acconsentito per il fatto di trovarsi in condizioni negoziali di debolezza a causa della scarsità di fonti di finanziamento/investimento.”

Nel pomeriggio la riunione ha affrontato più in dettaglio l’attività interna alla Rete Nazionale. Confermata la rappresentanza della Rete Nazionale nella persona di Vittorio Fagioli, si è decisa la costituzione di specifici gruppi di lavoro che saranno animati dai vari comitati sparsi nel Paese e dai tecnici che già collaborano con la Rete. Un gruppo si occuperà della redazione di una proposta da inoltrare al Governo –impegnato alla ridisegnazione del comparto geotermia ed alle Regioni affinché si individuino -attraverso griglie ben definite- le aree adatte allo sfruttamento e quelle ove esso va evitato sia per motivazioni che riguardano il sottosuolo, ma anche di ciò che già vive sul territorio e che un impianto industriale di quell’impatto può distruggere (cosiddette “aree non idonee”). Prodotto che sarà presentato in un convegno nazionale del tipo di quello che la Rete già organizzò in Parlamento il 5 marzo scorso.

Altri gruppi di lavoro si occuperanno di migliorare la comunicazione all’interno ed all’esterno della Rete, quella con i livelli medio alti del ceto politico (Regioni, Parlamento, Governo). Un gruppo infine si occuperà di individuare modelli di sviluppo energetico adatti ai territori che partano – come da proposta avanzata dal sindaco di Orvieto Germani – dalle caratteristiche dei territori e dalle loro necessità per avviare dal basso la necessaria transizione energetica.

In Regione Toscana a chiedere risposte

Comunicato stampa

Il logo della Regione ToscanaMercoledì 24 settembre, una numerosa delegazione dei comitati contro la geotermia dell’Amiata e della Val d’Orcia, hanno incontrato il presidente della Commissione Regionale Attività Produttive, Gianfranco Venturi, il vicepresidente della Commissione Ambiente, Andrea Agresti e il consigliere Gian Luca Lazzari della Commissione Sanità, per un confronto sulla procedura di Valutazione Ambientale del Progetto di Centrale Geotermica “Montenero”.

I Comitati hanno messo in evidenza che i 30 progetti previsti da realizzare in Toscana con l’accordo con la Rete geotermica, di fatto, trasformerebbero in poli industriali sia i territori dell’Amiata che quelli dell’area di Larderello.

I consiglieri hanno ascoltato interessati i temi proposti nelle opposizioni formalizzate dai comitati, ma si sono dichiarati non competenti, né autorizzati, a dare risposte alle suddette osservazioni, essendo la procedura di Valutazione Ambientale in una fase di istruttoria tecnica.

Ma hanno accolto alcuni temi proposti dai comitati, e ne faranno oggetto di interrogazione alla Giunta Regionale, che è – nelle figure del Presidente Rossi e dell’Assessora Regionale all’Ambiente Annarita Bramerini – gli unici preposti a rispondere ai quesiti dei cittadini.

Inoltre tutti i consiglieri presenti si sono dichiarati favorevoli a sostenere, nelle sedi opportune, l’inserimento di alcuni vincoli alla geotermia negli strumenti di pianificazione regionale sulle attività energetiche e paesaggistiche (PAER e PIT). Nello specifico si tratta di:

  1. riconoscere l’indirizzo agricolo e turistico del territorio amiatino, già scelto e sostenuto in tantissimi atti regionali ma anche nazionali, che verrebbe completamente stravolto, se non messo seriamente in discussione, dall’indirizzo industriale che assumerebbe qualora i 30 progetti di cui sopra andassero a realizzazione;

  2. rimarcare che debba andare a compimento le prescrizione di legge che prevedono la individuazione e la tutela sia delle aree di ricarica delle falde idriche, sia la realizzazione dei bilanci idrici al fine di prescrivere le priorità nell’uso di queste risorse nei vari settori di attività umana;

  3. anche per quanto riguarda la sismicità c’è la necessità di individuare le aree a rischio sismico, che verrebbe accentuato dalle variazioni di pressione prodotte dallo sfruttamento geotermico.

È rimasta inevasa, invece, la domanda tutta politica su quale sia il modello di sviluppo che la Regione Toscana sta pianificando per l’area del Monte Amiata, che come abbiamo detto sopra è per sua natura a vocazione agricola, di produzione tipica e turistica.

 

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Pubblicate le nostre Osservazioni

Logo del Ministero dell'Ambiente

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato le Osservazioni che abbiamo raccolto nelmese di Agosto a Monticello Amiata, Cinigiano e Salaiola (nel Comune di Arcidosso).

Ora possono essere consultate liberamente andando cliccando sul seguente link:

http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1421/1997?pagina=10

Iniziano a pagina 10 e proseguono per un bel pezzo.

Dentro ci siamo tutte/i: cittadine/i, associazioni, aziende, istituzioni.

Tutte/i a dire NO, che noi questo “modello di sviluppo” NON lo vogliamo, che non siamo una realtà industriale, ma agricola e turistica, che puntiamo sulla qualità – della vita, in primis – e non sulla quantità.

Che qui sull’Amita la geotermia sta facendo già abbastanza danni, che bisogna arrivare ad una moratoria, e non all’ampliamento del parco geotermico, con tutte le conseguenze nefaste che questo progetto avrebbe per la salute, l’economia, il paesaggio della nostra splendida zona.

Complimenti a tutte e tutti!

Veduta di Monticello Amiata
Veduta di Monticello Amiata

Car* Monticellesi,

come avrete letto in qua e là nei giornali e su internet giovedì 21 agosto abbiamo spedito le osservazioni sul progetto geotermico al Ministero dell’Ambiente.

Quando abbiamo iniziato, un mese fa, a parlarne con voi, a distribuire prestampati ci eravamo dati come obiettivo utopistico 500. Ma la realtà ha superato il sogno e ne abbiamo raccolte nel Comune e spedite 681!!!!! Pensare che un paese di 300 anime abbia detto e scritto almeno 400 volte le sue obiezioni ci dà il senso della forza che ha e avrà la nostra lotta.

La determinazione e il sorriso con i quali vi siete messi in fila ai banchetti devono essere il simbolo delle nostre ragioni. Quello che abbiamo fatto fino ad ora è stato straordinario e il Ministero dovrà pensarci molto bene prima di dare una risposta alla valutazione di impatto ambientale, non potrà prescindere dalla constatazione che questa terra è viva e vivace, che non la vogliamo sacrificare in nome del profitto di pochi, ma la vogliamo proteggere in nome del bene comune.

Infine venerdì 29 agosto, con quasi altrettanta fatica, siamo riusciti a portare a casa anche un altro obbiettivo che ci eravamo dati e che, pensiamo, possa essere importantissimo per la nostra battaglia: al Consiglio comunale straordinario – finalmente convocato dall’amministrazione comunale di Cinigiano – maggioranza e minoranza hanno votato un documento comune che rifiuta categoricamente la centrale geotermica della Gesto Italia, e insieme a questo sono stati allegati i documenti del nostro comitato e del Comitato per la salvaguardia della Valle dell’Orcia Inferiore.

Uniti e coesi, tenaci e testardi, teneri e sorridenti, camminiamo a testa alta, guardiamo alla nostra terra come ad una madre che si prende cura di noi e che chiede di essere difesa. Come sapete questi nostri sono solo i primi, piccoli passi, ma ci hanno indirizzato sulla strada giusta. Quindi vogliamo complimentarci e gioire insieme a tutt* voi, che ci avete messo l’anima e la faccia. E ora avanti, senza mollare un colpo. C’è bisogno di ognun*.

COMITATO AGORÀ-CITTADINANZA ATTIVA

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Tutt@ al Consiglio comunale straordinario!

Immagine della centrale geotermica turca Dora 1
Immagine della centrale geotermica turca Dora 1
La centrale geotermica turca Dora 1, del tutto simile a quella che vorrebbero costruire a Monticello

Venerdì 29 agosto si terrà, finalmente!, il Consiglio comunale straordinario a Cinigiano con unico punto la Geotermia, ed in particolare il Progetto di impianto della Gesto Italia srl, previsto sulla strada che dal Casalino porta a Monticello Amiata (anche se fisicamente ubicato nel Comune di Castel del Piano).

Il Consiglio comunale straordinario sarà aperto, il che significa che TUTTE le cittadine e i cittadini potranno prendere la parola durante il consiglio, dicendo le loro ragioni, perplessità, paure, dubbi. E tutto verrà messo a verbale. Questa cosa è FONDAMENTALE per la nostra battaglia, perché sarà un altro segnale forte dell’unità di intenti tra amministrazione comunale, aziende, associazioni locali e cittadini nel NON VOLERE questa centrale nel nostro territorio, ma neanche tutte le altre che la Regione Toscana e la Rete Geotermica vorrebbero costruire nei prossimi anni sul Monte Amiata.

Un NO! categorico e motivato – come stanno a dimostrare le oltre 650 Osservazioni contrarie alla centrale che sono state raccolte nell’ultimo mese su tutto il territorio comunale e nei paesi limitrofi – che avrà ancora più forza se venerdì, durante il Consiglio comunale straordinario, saremo in tante e tanti, con gli amministratori, ad urlarlo alla Gesto, al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana.

Quindi non manchiamo, venerdì 29 agosto, alle ore 21, presso la sala del Consiglio comunale a Cinigiano, per dire NO! alla centrale geotermica della Gesto, insieme all’amministrazione, alla minoranza, alle aziende, ai cittadini del comune!

Comunicato stampa fine osservazioni centrale geotermica “Montenero”

Comunicato stampa

Comitato Agorà – Cittadinanza Attiva

COMUNICATO STAMPA del 22 agosto 2014

Comunicato stampaLa segreteria del Comune di Cinigiano ha concluso la spedizione delle osservazioni dei cittadini in relazione al progetto geotermico denominato Montenero.
Il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, destinatario della spedizione, ha ricevuto così da parte nostra più di 600 osservazioni: molte quelle dei cittadini, importantissime quelle delle aziende e degli esercizi pubblici.
Toccante e profonda l’osservazione di Don Antonio Bartalucci, Parroco di Monticello, Cinigiano, Porrona, Santa Rita, Castiglioncello Bandini e Montenero che, con parole dense, unisce la religiosità dei luoghi e delle popolazioni con le tradizioni, le radici, l’economia e l’etica chiedendone il rispetto.
Venti sono le osservazioni tecniche sul progetto dell’impianto preparate da un docente universitario di ingegneria elettrica nelle quali si chiede ai proponenti un profondo riesame di molti aspetti del progetto e si solleva, tra altri, preoccupazione sulla stabilità delle strade, sull’inquinamento magnetico, sul rumore, sulla presenza di liquidi infiammabili, sulle polveri sottili e sul gas radioattivo radon.
Le osservazioni di culturali e sociali della Pro Loco di Monticello Amiata tracciano la ricca storia di questo paese e la sua inequivocabile vocazione turistica e agricola.
Inoltre osservazioni di grande significato sono state presentate dal Consorzio Seggiano DOP e dalla Associazione per la valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP, attività che subirebbero un gravissimo danno economico con la perdita di centinaia di posti di lavoro a fronte delle pochissime unità offerte da un impianto geotermico.
Il numero delle osservazioni è elevatissimo come del resto la loro qualità, ciò testimonia quanto l’opposizione alla costruzione della centrale della Gesto Italia srl sia compatta e irremovibile: tutti uniti a ribadire la vocazione turistica e agricola delle nostro territorio e a difenderlo da ogni speculazione.
Le oltre 600 Osservazioni dei cittadini si concentrano su temi assai preoccupanti, quali la stabilità delle loro abitazioni (costruite tra il 1200 e il 1900) che rischiano lesioni o crolli per effetto dei movimenti tellurici riconducibili alle attività dell’impianto; l’eventuale aumento degli inquinanti (quali l’arsenico) nell’acqua dei pozzi e delle sorgenti utilizzate per l’irrigazione degli orti e per l’abbeveramento degli animali; i possibili danni agli uliveti, ai castagneti e ai vigneti per effetto dei lenti movimenti del terreno; gli irreparabili danni al bellissimo paesaggio e la paura, per chi ha abitazioni e terreni in vicinanza dell’impianto, per possibili incendi o esplosioni dell’impianto legate all’utilizzo di materiali fortemente infiammabili.
E per oltre 650 volte, con una dichiarazione esplicita e specifica, i cittadini hanno espresso la loro totale contrarietà alla realizzazione dell’impianto geotermico in difesa del loro territorio.
La nostra manifestazione corale è un messaggio chiarissimo alle Istituzioni Regionali e Nazionali: questo è un territorio ricco di storia e di tradizioni e abitato da gente intellettualmente viva e vivace che è assolutamente determinata a proteggere la propria terra, a mantenerne la vocazione culturale, a promuovere e difendere, in sinergia con le istituzioni locali, lo sviluppo agricolo e turistico. La coltura della terra è memoria, storia, risorse investite, sudore, amore: questo è il presente lasciatoci dai nostri padri, vogliamo che sia anche il rispettoso futuro per chi questa terra la vivrà.

Per contatti:
agora-cittadinanzattiva@inventati.org
http://agorattiva.noblogs.org/
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Riunione del Comitato lunedì 25 agosto

Disegno di un'assemblea

Disegno di un'assembleaCi troviamo nuovamente lunedì 25 agosto, sempre alle ore 21, sempre nella palestra delle Scuole di Monticello Amiata.

Una bozza di odg potrebbe essere:

  • fine raccolta Osservazioni (a breve lanceremo un Comunicato stampa su questa cosa): analisi e commenti;
  • prossimi passi: Consiglio comunale straordinario del 29 agosto, processione con i preti di Monticello/Montenero e di Castel del Piano,
    convegno sulla geotermia in autunno, altre ed eventuali;
  • metodo di lavoro interno al comitato.

Cerchiamo di esserci, perché – come dicevo nell’altra email – con la fine della raccolta delle Osservazioni NON abbiamo finito, anzi, siamo
solo all’inizio.

A lunedì!