Il mistero della VIA al progetto geotermico “Montenero”

Immagine del paese di Montenero d'OrciaMontenero d’Orcia, Monticello Amiata

3 ottobre 2016

La vicenda dell’impianto pilota “Montenero” proposta dalla Gesto Italia s.r.l. e la procedura VIA è ferma da mesi al Ministero dell’Ambiente, ma recentemente si è tinta di giallo, come c’è da aspettarsi da ogni estate che si rispetti. Altrimenti di che si può parlare in spiaggia?!

Il 12 settembre è stato pubblicato sul sito dedicato alla VIA del Ministero dell’Ambiente un documento, datato 30 agosto, che faceva pensare che il Ministero avesse dato parere favorevole alla VIA per la centrale in questione. Questa notizia, raccolta e rilanciata immediatamente dai diversi comitati che si oppongono allo sfruttamento massivo della geotermia sull’Amiata, ha sollevato un vespaio non solo a scala locale ma anche nazionale, con articoli di giornale, giornalisti stampa e televisivi sguinzagliati sul posto in cerca di notizie, servizi RAI, interrogazioni parlamentari. Anche gli Amministratori pubblici locali si son dati da fare tanto che in Regione Toscana Leonardo Marras, capogruppo del Pd nel consiglio, ha commentato negativamente l’accaduto:

“chiedo con forza, ancora una volta, che sia applicato il criterio del paesaggio a tutela dell’ambiente e dell’economia dell’area”.

Forse per via di tutto questo “rumore”, forse per chi sa quale misteriosa alchimia amministrativa, il 21 settembre la comunicazione è scomparsa dal sito del Ministero con tutta la relativa documentazione. A questo punto i comitati locali vittime del progetto si sono mossi rivolgendosi all’avv. Greco, il legale che ha seguito tutte le fasi istruttorie del procedimento VIA, affinché chiedesse chiarimenti al Ministero.

Il Ministero ha quindi spiegato che:

– sul progetto pilota Montenero NON è stato rilasciato alcun giudizio di compatibilità ambientale da parte della Commissione tecnica VIA, la quale si è pronunciata positivamente solo sul progetto di smaltimento di terre e rocce da scavo;

– la comunicazione comparsa sul sito per qualche giorno (nella quale si affermava il contrario) sarebbe stata frutto di un mero errore informatico, poi corretto;

– le ultime integrazioni sono state depositate da Gesto il 14 settembre spontaneamente, per fornire chiarimenti su dubbi emersi a seguito di una riunione istruttoria che si sarebbe tenuta presso la Commissione tecnica VIA.

Se i primi due punti lasciano perplessi (perché esprimersi su una parte marginale del progetto come le rocce di scavo, prima di esprimersi sull’impatto dell’intera opera e perché darne visibilità sul sito?) il terzo apre uno spiraglio su quanto sta accadendo nelle stanze del Ministero e ci permette di trarre alcune conclusioni.

Come mai la Gesto sta ancora inviando integrazioni sul modello geologico del sottosuolo, di cui le ultime del 14 settembre (due giorni dopo l’allarmante comunicazione del 12), relative ad una precedente integrazione di luglio che è stata oggetto di una riunione il giorno 8 settembre? Se la Gesto sta inviando integrazioni così importanti, tra l’altro su una parte che aveva precedentemente secretato nella fase aperta al pubblico, perché questo non riapre il procedimento che consentirebbe anche agli enti locali oltre che ai cittadini di esprimersi di nuovo?
Son queste le domande che l’avv. Greco ha posto al Ministero, ricevendo in risposta un laconico “stiamo valutando” ed un mellifluo “fatele comunque che saranno pubblicate sul sito e tenute nella debita considerazione, indipendentemente dalla riaperture dalla fase delle osservazioni”.

Quello che noi ci sentiamo di poter dire è che, sulla questione “Montenero”, così come su tutti gli altri progetti geotermici dell’Amiata – siano essi quelli di ENEL, siano essi quelli “a ciclo binario” della “Rete Geotermica” – l’attenzione della cittadinanza, delle amministrazioni locali, delle aziende che operano su territorio, ed ora anche di alcuni esponenti politici sia regionali che nazionali è sempre più alta. Ogni volta che si muove foglia, la reazione di tutti noi è immediata e implacabile, coinvolgendo intere comunità, a prescindere da qualsiasi altra differenza.

Ora spetta a Rossi e a Renzi provare ad essere realmente “democratici”, accettare che il loro scellerato progetto sull’Amiata non lo vuole nessuno, scendere dal trono ed iniziare a ragionare del futuro della nostra amata montagna con chi, quotidianamente, la vive e la vuol far diventare un esempio di qualità, bellezza e rispetto che può e merita di essere.

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