Una sera di luglio scelgo… Giù le mani dalla nostra terra!

Giù le mani dalla nostra terra 2016: lo striscione di Agorà

Immaginiamo un fine settimana di inizio luglio ad Arcidosso. Un nome accattivante e ambiguo per chiamare un festival di musica popolare tipo

“Il calore della terra”.

Un organizzatore non casuale, il Cosvig, “Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche“. Una serie di istituzioni che ringraziano la generosità di chi finanzia un festival nelle aree fortemente colpite dalla speculazione geotermica, nonostante il finanziatore sia anche tra i responsabili dei danni provocati dalle centrali geotermiche. Una miscela e un risultato scontato per la storia dell’Amiata, una vecchia ipocrisia:

accettare l’elemosina di chi devasta la montagna in nome di una voglia di socialità frustrata e di qualche misera compensazione. Simone Cristicchi, Roy Paci, Marco Paolini, a Santa Fiora, ad Arcidosso… Insomma una storia che conosciamo.

Immaginiamo lo stesso fine settimana a Monticello Amiata, una due giorni che si ripete da 4 anni con forme colorate e differenti nei luoghi da preservare dalle grinfie degli speculatori:

Giù le mani dalla nostra terra!

Monte Labbro sotto attacco, una comunità che si organizza senza finanziamenti, senza cedere al ricatto, con l’entusiasmo e l’allegria di chi ama il proprio territorio e nel difenderlo ritrova anche la voglia di socialità, di ballare, di sorridere. Un mercato contadino, artisti di strada, cucina, un bel concerto reggae con le Radici nel Cemento, e poi una bella camminata per conoscere le terre che abbiamo il dovere di proteggere. Donne e uomini, giovani e meno giovani, associazioni, istituzioni locali, comitati. Un modo il nostro per ribadire che non abbiamo bisogno del consorzio di speculatori geotermici né per ammalarci né per godere di un bel fine settimana di luglio.

Insomma detto questo fate voi….

vi aspettiamo a Monticello Amiata sabato 7 luglio e domenica 8 luglio.

Giù le mani dalla nostra terra!

L’evento su Facebook

Agorà CittadinanzAttiva Monticello Amiata – Salaiola

MaremmAttiva Pitigliano – Sorano

No Geotermia Seggiano

7 – 8 luglio: TUTTI A MONTICELLO AMIATA! ritorna GIÙ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA

Manifesto della 4a edizione di "Giù le mani dalla nostra terra"

L’Amiata è una delle più grandi aree di produzione di energia geotermica in Italia. Oggi le centrali che sfruttano il calore della terra sono cinque, per un totale di 120 MW di potenza installata. L’entrata in funzione dell’ultimo impianto, Bagnore 4, inaugurato da Enel Green Power a fine 2014, ha completato quest’opera di sfruttamento della risorsa “rinnovabile” che tuttavia comporta un forte impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica, con l’immissione in atmosfera, nell’acqua e nel suolo di sostanze inquinanti e pericolose.

A questo sfruttamento in essere, si aggiunge la possibilità di installare 18 nuovi impianti, con ulteriori centinaia di MW,;tanti sono infatti i permessi di ricerca rilasciati ad una decina di nuove società nell’area dell’Amiata. I progetti di Seggiano, Montenero e Monte Labbro vedono il paese di Monticello Amiata al centro di una dannosa triangolazione di impianti ravvicinati.

Pochi mesi dopo la grande manifestazione del 28 giugno 2015, dove centinaia di persone con in testa i sindaci di Cinigiano e Seggiano, hanno chiaramente detto NO al progetto geotermico della Regione Toscana, il 17 dicembre 2015 la Regione stessa, nella figura della funzionaria Carla Chiodini ha “Ritenuto non necessario sottoporre il progetto Monte Labbro 1 alla procedura di valutazione dell’impatto ambientale”: in sostanza, per la prima volta in Italia, si ritengono non necessari studi e valutazioni ambientali prima di trivellare per la realizzazione di un pozzo di ricerca profondo 4,5 km a ridosso di una riserva naturale. A seguito di tale atto abbiamo deciso di procedere con il Ricorso al TAR.

Dall’anno scorso sono successe molte cose:

  • la Regione Toscana NON è riuscita a far passare il “progetto di ricerca” (industriale) “Monte Labro”, anche per l’opposizione della Sovrintendenza al Paesaggio, per cui l’abbiamo costretta ad un confronto presso l’ufficio preposto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui attendiamo l’esito;
  • sempre in Regione hanno provato a metterci gli uni contro gli altri, noi dei Comitati e le Amministrazioni locali, con la questione della “zonazione”, ma non ci siamo cascati, e collaborando con le amministrazioni abbiamo costruito dei documenti scientificamente inappuntabili che hanno dimostrato che l’Amiata NON può diventare un “distretto geotermico” (anche se qualche sindaco un po’ così ancora ci crede).

Ma lor signori non hanno fatto i conti con cittadine e cittadini che amano la loro terra, che faranno di tutto non solo per difenderla ma anche per promuoverla e per renderla sempre più bella, ospitale, eco-compatibile.

Ma non è finita, e non possiamo credere di avere già vinto. Partecipando alle giornate del 7 e 8 luglio oltre a dare idee ed energie preziose per l’Amiata, potrete anche aiutarci a raccogliere i fondi per sostenere le spese dei futuri ricorsi che, molto probabilmente, ci toccherà continuare a fare per fermare questo scempio.

COMBATTIAMO CONTRO

  • Il saccheggio della nostra terra in nome del profitto di pochi
  • La privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua
  • Le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria
  • Il rischio di subsidenza
  • Il depauperamento delle nostre tradizioni popolari e contadine
  • La distruzione dell’economia agroalimentare e turistica
  • Lo stravolgimento della cultura della condivisione, della partecipazione, della vita a misura di essere umano

VOGLIAMO e DIFENDIAMO

  • Il rilancio di una economia eco-sostenibile
  • La valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali
  • Un turismo diffuso, che conti sulle tante piccole attività di qualità
  • Una politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio
  • Un intervento pubblico non mirato agli interessi di pochi, ma della collettività
  • Il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente

Diciamo basta alle centrali geotermiche in Amiata!

La questione del rifiuto del “modello geotermico” va ben oltre qualunque differenziazione politica e/o istituzionale, le condizioni per una eventuale presenza geotermica sul territorio amiatino sono, a nostro parere, da escludere nella maniera più chiara e decisa e lo diciamo con la forza e le voci dei cittadini, che non accettano la presenza sul territorio delle strutture geotermiche.

Un’altra Amiata è possibile, una montagna che non ha bisogno delle centrali geotermiche che inquinano e distruggono il territorio, ma che, anzi, le ritiene incompatibili con il modello di sviluppo economico, sociale e culturale che deve essere costruito. Un modello di sviluppo che si basi sulla capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; sulla valorizzazione del grande patrimonio ambientale, l’acqua, il bosco e la possibilità di fruirne in tutte le stagioni, i prodotti agricoli locali; sul patrimonio culturale e storico, sui diversi “turismi” presenti, quello ambientale, ma anche culturale e sportivo; sul grande patrimonio insostituibile rappresentato dalle piccole e medie aziende artigianali e commerciali. La coltura e la cultura della terra sono memoria, storia, risorse investite, sudore, amore: questo è il presente lasciatoci dalle nostre madri e dai nostri padri, vogliamo che sia anche il rispettoso futuro per chi, questa terrà, la vivrà.

sabato 7 LUGLIO 2018, PROGRAMMA DELLA GIORNATA

  • ore 18.00 – Giardinetti
    Mercato Artigiano, Mostra fotografica sui Grani Antichi, Accompagnamento musicale
  • ore 19.30 – Giardinetti
    apertura Cucina – Pasti Antigeotermici a km Zero
  • ore 21:30 Giardinetti
    proiezione video a cura di Genuino Amiatino
  • ore 22.00 – Giardinetti
  • CONCERTO CON LERADICI NEL CEMENTO”, REGGAE DA ROMA ! ! ! ! ! ! !

domenica 8 LUGLIO 2018, PROGRAMMA DELLA GIORNATA

  • ore 08.00 – Giardinetti
    Partenza Passeggiata attraverso la Riserva di Poggio all’Olmo fino a Salaiola (con rinfresco) e ritorno
  • ore 11:30 – Campo di Alberto
    Stollo dei Pensieri, Letture, Performances, Aperitivo
  • ore 12.30 – Giardinetti
    apertura Cucina – Pasti Antigeotermici a km Zero
  • ore 14.00 – Giardinetti
    Monticello in piazza: Mercato contadino, Artisti di strada, Artigianato, Laboratori, Musica
  • ore 15.00 – Giardinetti
    assemblea dei Comitati contro la geotermia speculativa ed inquinante
  • ore 16.00 – 19.00 – Giardinetti
    Circo Carciofo presenta MORTIMER, il fakiro tonto! Spettacolo di strada per bambini, fakirismo, giocoleria, equilibrismo
  • ore 17.00 – Giardinetti
    Canti popolari con i cori: “La Monticellese” e “Gli Strillozzi
  • ore 19.30 – Giardinetti
    apertura Cucina – Pasti Antigeotermici a km Zero
  • ORE 19.30 – GIARDINETTI
    Dj-set reggae-dancehall con CECCODELLAROCCA

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI CINIGIANO

ORGANIZZANO:

Agorà CittadinanzAttiva

Pro Loco Monticello Amiata

Genuino Amiatino

Per aderite al manifesto e alla giornata di festa e di r/esistenza del 7 – 8 luglio scrivere a: agora-cittadinanzattiva@inventati.org

Un modo di aiutarci è di scaricare e distribuire il materiale promozionale per le giornate del 7 e 8 luglio, che potete trovare qui sotto:

Progetto InVETTA Ars: i dati (parziali) non possono che confermare un allarmante problema sanitario in Amiata. Moratoria subito delle centrali geotermiche, esistenti e di progetto!

Tutte le analisi finora effettuate segnalano un eccesso generale di tutti gli inquinanti: Mercurio, Arsenico, Nichel, Cromo, Cobalto e, novità per l’Amiata, il Tallio, trovati in sangue e urina.

QUI LA PRESENTAZIONE ARS DEL PROGETTO INVETTA AD ARCIDOSSO 23/4/18 CON I DATI

 

Da molti anni, sulla base inequivocabile dei dati analitici del primo studio epidemiologico del CNR del 2010 (scarica qui), sosteniamo che le emissioni geotermiche in Amiata concorrono nel determinare gli eccessi di mortalità e di patologie registrati.
La Regione Toscana, mentre da una parte sta autorizzando altre nuove centrali geotermiche nel completo disprezzo dei principi di prevenzione e precauzione, dall’altra continua a finanziare nuovi studi sulle cause degli eccessi di mortalità per determinare “con certezza” ciò che non è determinabile: cioè l’esclusione della geotermia nelle patologie e nella mortalità in eccesso in Amiata.

Infatti, il nuovo studio InVETTA, non considerando l’insieme delle fonti inquinanti presenti e documentate in Amiata non sarà esaustivo e darà -probabilmente- l’alibi per chiedere nuove ricerche, rimandando, sine die, conclusioni certe.

Ma, ciò nonostante, non si può minimizzare sui risultati dei dati presentati dall’Ars il 23 aprile ad Arcidosso che smentiscono ancora chi continua a rassicurare sulla salute degli amiatini.
Premesso che abbiamo solo dati parziali, non essendo stata ancora analizzato tutto il campione previsto ed anche la popolazione non esposta, i cui risultati andranno comparati a quelli del campione amiatino, emergono comunque dati allarmanti, pubblicati dalla Agenzia Regionale di Sanità, in riferimento ai valori medi indicati dalla Società Italiana dei Valori di Riferimento (SIVR).

Ad esempio, per il Mercurio nel sangue la suddetta SIVR indica nel 2017 un valore medio nella popolazione non esposta in Italia di 1,2 microgrammo per litro (μgr/l) e che il 95% della popolazione italiana è sotto il valore di 5,2 μgr/l. Ebbene in Amiata secondo i dati InVETTA abbiamo un valore medio tre volte superiore al valore medio nazionale con il 30% dei casi, circa 200 persone sulle 637 analizzate in complesso, che superano il valore di 5,2μgr/l , con molti casi dieci/venti volte superiori al valore medio.
E certo sarebbe strano il contrario, considerato che lo studio del prof. Basosi, rappresentante italiano in sede UE per le energie rinnovabili, ha quantificato il Mercurio emesso nel 2010 in atmosfera con le centrali ENEL in Amiata pari al 42,5% di tutto il Mercurio emesso da tutte le industrie presenti sul territorio italiano. Se si pensa che tale emissioni ammontano a 400 kg/anno, pari 400.000.000.000 μgr/anno, ce n’è per tutti noi in abbondanza.
Ad aggravare la situazione del Mercurio, oltre ai segnalati valori oltre il 10% anche per il Nichel, il Cromo, l’Arsenico il Cobalto, è la situazione, relativamente nuova per l’Amiata, del Tallio, del quale si rilevano valori di più del doppio dei valori medi; giova rammentare che anche il Tallio, come afferma Carlo Locatelli, direttore del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia, “è un veleno molto potente, tossico sia per inalazione che per ingestione” e “questo elemento ha un assorbimento gastrico molto rapido – conferma Paolo Maurizio Soave, del Centro Antiveleni del policlinico Gemelli di Roma – e danneggia tutti gli organi, dal rene al pancreas al cuore ai polmoni”.

Con la consapevolezza che la classe politica corresponsabile dell’odierna situazione, anche sanitaria, causata dalla geotermia ad alta e media entalpia sia destinata a scomparire, diffidiamo ancora una volta gli amministratori pubblici, dalla Regione Toscana ai Comuni, ad attivarsi immediatamente con la sospensione di ogni attività geotermica (moratoria) almeno fin quando gli enti preposti, Ars e Arpat, non daranno esiti definitivi alle ricerche, anche in base al principio di precauzione dettato dalle regole comunitarie della UE.

Sos Geotermia – Rete nazionale NoGESI

Centrali Zero!

Prendiamo e copiamo dal sito degli amici del Comitato Fumarole:

Sul Monte Amiata ad oggi ci sono 5 Centrali Geotermiche.

Ogni giorno ciascuna di esse diffonde:

  • 821 tonnellate di CO2;
  • 12,3 tonnellate di Metano;
  • 1927 kg di Acido Solfidrico;
  • 1/2 kg di Mercurio;
  • 58 gr di Arsenico;
  • 5700 kg di Ammoniaca;
  • 22 kg di Acido Borico.

Inoltre, nei paesi in cui sono presenti le centrali geotermiche, si ha una percentuale di mortalità il 13% superiore a quella attesa.

A tutto questo vogliono aggiungere altre 18 Nuove Centrali.

Noi diciamo basta!

Basta Centrali! Basta Veleni!

Soluzione?

Centrali Zero ! ! !

#amiataliberadallageotermia ! ! !

I giochi di prestigio della Regione Toscana per favorire le lobby geotermoelettriche

I giochi di prestigio della Regione Toscana per favorire le lobby geotermoelettriche (ovvero la moltiplicazione dei MW)

Immagine che rappresenta il "coniglio che esce dal cappello" nel rapporto tra Regione Toscana e lobby geitermiche

Leggiamo stamani questo importantissimo articolo pubblicato dagli amici del “Comitato difensori della Toscana”, che riportiamo quasi per intero.

Leggetelo con attenzione: dimostra quanta malafede ci sia in Regione Toscana rispetto a tutta la partita “geotermica” e come le lobby della geotermia siano potenti, tanto da far modificare leggi approvate pochi mesi prima.

Ma vediamo come.

L’11 febbraio 2015 il Consiglio Regionale Toscano approva il PAER (Piano ambientale ed energetico regionale http://www.regione.toscana.it/-/piano-ambientale-ed-energetico ).

Al 2011 in toscana risultano operanti 33 impianti geotermici per la produzione di energia elettrica con una Potenza Efficiente Lorda installata pari a 772 MW che hanno prodotto, nello stesso anno 5.654,3 GWh¹ di energia elettrica (486 ktep²), dato all’incirca costante da 10 anni a questa parte. Supponendo, per gli impianti geotermici 7000 ore equivalenti di funzionamento, per il raggiungimento dell’obbiettivo di 6.450 GWh (555 ktep) imposto dal Burden Sharing(¹) mancherebbe da installare 113,7 MW per produrre quei circa 69 ktep in più.

Dopo 5 giorni viene approvata la legge regionale N.17 (http://www.regione.toscana.it/…n…/272a66af-53e4-43d8-8396-c7a1b976de70 ) con la quale, in campagna elettorale, si bloccavano per 6 mesi i pozzi esplorativi e i permessi di ricerca geotermica; all’articolo 2 si legge:

Legge Regionale N.17_2015 Articolo 2 (16 febbraio 2015)

L’obiettivo di assicurare un’attività di ricerca adeguata a raggiungere installazioni impiantistiche di potenza geotermoelettrica almeno di 150 MW entro l’anno 2020, così come previsto dal burden sharing

Incredibile!!! Dopo soli 5 giorni la potenza geotermica da installare entro il 2020 è passata da 113,7 MW a 150 MW: un incremento del 32%!!

Archiviate le elezioni, (che riconfermano Rossi alla presidenza della regione Toscana), scade la moratoria geotermica di 6 mesi e si ritorna alla “normalità”; il 15 dicembre la giunta approva i documenti di attuazione dell’articolo 1 della Legge Regionale N.17_2015 con la delibera N. 1229 (http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/DettaglioAttiG.xml?codprat=2015DG000000015409) che comprende due allegati; vediamo come si sviluppa nei due documenti la questione della potenza aggiuntiva geotermoelettrica da installare entro il 2020.

Delibera giunta regionale N 1229 del 15-12-2015 allegato B

Tenuto conto che il PAER stimava che, di qui al 2020, fossero realizzate, a seguito degli esiti dei nuovi permessi di ricerca, centrali per 150 MW complessivi di potenza, basandosi sul parametro di 3 MW per pozzo appena calcolato si ottiene che occorrono 50 pozzi nuovi pozzi per la produzione di energia elettrica.

Delibera giunta regionale N 1229 del 15-12-2015 allegato A

In base a quanto sopra riportato e considerando che:

  1. a fine 2014 in Toscana risultavano operanti sul territorio 34 centrali geotermoelettriche per un totale di 821 MW di Potenza efficiente Lorda (915,5 MW Potenza nominale installata) installata che hanno prodotto 5’659,2 GWh (produzione Lorda), corrispondenti a 486,7 kTEP (dato all’incirca costante da 10 anni a questa parte); (n.d.r. la produzione lorda, secondo i dati Terna, è stata nel 2014 di 5.919,3 GWh pari a 509 ktep).
  2. si può ipotizzare cautelativamente un funzionamento di 7000 ore equivalenti per le centrali realizzate in futuro si ricaverebbe che al raggiungimento dell’obbiettivo del 2020 mancherebbero da installare 113,7 MW.

Come è stato già specificato, la modalità di raggiungimento dell’obiettivo in termini di singole fonti è indicativo e non vincolante; all’interno del Piano Ambientale Energetico Regionale di recente approvazione (Del. 10/2015), infatti, si ritrova che al 2020 si stima un incremento di potenza (rispetto al 2011 anno di riferimento delle stime del PAER) per gli impianti geotermoelettrici così articolata:

  1. 15 MW dalla realizzazione di impianti geotermici Pilota (n.d.r. la regione Toscana da già per scontata la costruzione di 3 centrali pilota; Montenero, Casa del Corto e Castelnuovo sono i progetti con l’iter procedurale più avanzato; facciamolo sapere ai Sindaci!!);
  2. 40 MW dalla realizzazione della Centrale geotermica di Bagnore 4 (autorizzata e già in funzione da fine 2014);
  3. 20 MW dalla realizzazione della Centrale geotermica di Monterotondo 2 (per cui si è concluso il procedimento di VIA, insieme alla relativa Concessione denominata Milia);
  4. 150 MW dalla realizzazione delle nuove centrali geotermiche a ciclo binario connesse ai Permessi di ricerca vigenti.

Il raggiungimento di tale stima di potenza installata (in totale 225 MW) supera abbondantemente le necessità inerenti la sola Geotermia per quanto riguarda il Burden Sharing, ma risulta necessaria in quanto andrebbe a
sopperire carenze che la nostra regione ha su altre fonti energetiche.

Et voilà!!

I 113, 7 MW geotermoelettrici del Paer ( Pari a 69 ktep aggiuntivi ) sono diventati 225 MW (pari a 136 ktep ). Quindi si è passati nell’arco di 10 mesi da 113,7 MW a 225MW aggiuntivi con un incremento del 98%. La potenza aggiuntiva è praticamente raddoppiata per via delle “carenze”.

Facciamo un passo indietro, torniamo al PAER e vediamo cosa prevedeva per il fotovoltaico:

PAER A.3 allegato 5

1.1.3 Fotovoltaico

Avendo subito un forte incremento nel biennio 2011-2012, a maggio 2013 la potenza installata in Toscana ammonta a 668 MW (fonte Atlasole – GSE). Supponendo, cautelativamente, per gli impianti 1100 ore annue di funzionamento si ipotizza una producibilità totale di circa 735 GWh (circa 63 ktep). Lo schema di decreto sul Burden Sharing ci chiede solo 263 GWh (23 ktep). Se la crescita del fotovoltaico continuerà almeno in parte, si potrebbe ipotizzare al 2020 in Toscana di avere un installato complessivo di più di 80 ktep.

Secondo, infatti, una stima effettuata dall’ Energy & Strategy Group -PoliMi è prevedibile una crescita di 900 MW annui a livello nazionale anche in assenza di incentivi, e, quindi, tenuto conto di 1100 ore di funzionamento annue, regionalizzato in base alla percentuale di popolazione toscana si ottiene al 2020 circa 100 ktep di produzione da fonte solare.

Facciamo il punto: le previsioni per il fotovoltaico al 2020 sono di 100 ktep ma la regione Toscana nel PAER decide che ne servono solo 23 ktep (nel 2014 la produzione fotovoltaica era già arrivata 72,9 ktep).
77 ktep di energia fotovoltaica vengono quindi eliminati (distruggiamo i pannelli fotovoltaici !!) per lasciare spazio alle trivelle geotermiche.

Che siano questi 77 ktep scomparsi le famose “carenze” ?

Perché tutte queste acrobazie? Forse una spiegazione c’è: le lobby geotermiche in regione Toscana sono in grado di condizionare la politica energetica fino a far stravolgere le leggi approvate solo 10 mesi prima. Da dove derivi questo potere ( Enel Green Power, Sorgenia Geothermal, Graziella Green Power (Tosco Geo e Magma), Gesto, Renewem (exGeoenergy)) ecc.) lo si lascia alla fantasia di chi legge.

P. S. Nel 2014 in Toscana la produzione di energia elettrica dal fotovoltaico e dal geotermico è stata rispettivamente:

72,9 ktep (847,8 Gwh) e 509 ktep (5919,3GWh) pari a 581,9 ktep (fonte Terna: http://www.terna.it/it-it/sistemaelettrico/statisticheeprevisioni/datistatistici.aspx).

Le previsioni del PAER per il 2020 erano: 23ktep di fotovoltaico e 555 ktep di geotermico pari a 578 ktep.

Il re è nudo!!!

Nota:
(¹) Il Burden Sharing rappresenta la ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale per raggiungere entro il 2020 la produzione del 17% di energia da fonti rinnovabili. Nel 2014 l’Italia ha già raggiunto l’obiettivo previsto dalle normative europee per il 2020 con la percentuale del 17,1%; in particolare la produzione da fonti rinnovabili elettriche FER è stata del 46% a fronte di un obiettivo vincolante previsto dall’Unione Europea nel 2020 del 29 %.
(Fonte GSE http://www.gse.it/it/salastampa/news/Pages/Pubblicato-il-Rapporto-statistico-Energia-da-Fonti-Rinnovabili-in-Italia-2014.aspx )

Geotermia: Alberto dice no!

L'intervista alla Nazione in cui Alberto dice NO alla GeotermiaA Monticello Amiata non ci facciamo mancare nulla: abbiamo alle porte di casa non uno bensì due progetti geotermici.

Uno, il più vecchio, è il Progetto di centrale “Montenero”, metre l’altro, il più recente, è il “Progetto di ricerca Monte Labbro”, di cui abbiamo dovuto tristemente parlare recentemente.

A Monticello, però, il nostro Comitato lavora fin dall’arrivo delle primissime notizie, nel gennaio 2014.

Tra i primissimi a farsi sentire e a collaborare con il Comitato c’è anche Alberto, il proprietario del terreno in cui vorrebbero fare il “Progetto di ricerca Monte Labbro”, che fin dall’inizio ha detto chiaramente il suo NO a tutte le richieste pervenutegli, fino a mandare una bellissima e toccante lettera al Presidente della Regione Toscana Rossi e a rilasciare un’intervista alla Nazione.

Come Alberto tutta Monticello e Salaiola sono completamente contrarie a questi progetti, così come a tutti quelli che vogliono fare dell’Amiata un distretto industriale.

Noi non ci stiamo.

Qui di seguito la lettera di Alberto e la sua intervista a La Nazione

Caro Presidente Rossi,
mi scuso se le rubo un po’ del suo tempo, ma credo che sia necessario.
Mi chiamo Alberto Aluigi, sono un semplice cittadino di Monticello Amiata (Cinigiano). Ma sono anche proprietario del campo in loc. Castelli, dove la Renewem s.r.l. vuole realizzare un progetto di ricerca geotermico denominato Monte Labbro trivellando la mia terra per più di quattro km in profondità, e costruendo una torretta di 30 metri e creando quindi un vero e proprio cantiere di più di 14.660 m2. Ho appreso in questi giorni che i vostri uffici non hanno ritenuto di assoggettare a VIA tale progetto e che quindi il mio campo, la mia terra, la mia storia vengono tirate da una parte all’altra senza neanche interessarsi di capire cosa io, la mia famiglia, i mie paesani vorrebbero.
Ho ereditato questo campo dai miei nonni, gli altri proprietari sono mia moglie e mio padre, che condividono il mio stesso pensiero. Forse non vi interessa molto la storia di quel posto, né la mia, ma per me, per noi, sono le nostre radici. Il mio campo confina con la strada dell’Ontanelli e a tre metri da esso c’è la Riserva naturale di Poggio all’Olmo. Ogni Monticellese sa che in quella riserva non si può cacciare, non si può raccogliere un’orchidea selvatica, non si può rimuovere il muschio, guai a lasciarvi spazzatura e ogni Monticellese, mi sento di poterlo affermare, ha sempre rispettato queste regole. Ora voi ci dite che nella riserva tutto è intoccabile e che a tre metri da essa invece si potrà realizzare un gigantesco mostro?

Ebbene, penso che sia chiaro il mio pensiero: quel campo non lo cederò mai a nessuna società che intenda farne una zona industriale. Quel campo è si di mia proprietà, ma simbolicamente è anche la residenza di un’intera comunità che non vuole la realizzazione di questo progetto di ricerca. Questo è il mio punto di vista, ma anche quello di un intero territorio, questa è la mia voce che porta con sé le voci di un’intera comunità.

30-12-2015 Monticello Amiata, Cinigiano, Grosseto,

Distinti Saluti
ALBERTO ALUIGI

La Nazione Grosseto, sabato 2 gennaio 2016

Perforazioni sull’Amiata “Non vendo il mio terreno”

Sabato, 2 Gennaio 2016
«A MONTICELLO il nostro bene prezioso è l’aria buona e la natura ed è questo quello che vogliamo continuare ad avere». A dirlo e a esprimersi contrario al progetto di ricerca «Monte Labro» è Alberto Aluigi, proprietario del terreno dove dovrebbero essere realizzate le ricerche geotermiche. Contrario a qualsiasi forma di ricerca geotermica, Aluigi ha espresso la volontà di non vendere il terreno, quasi due ettari appena fuori dal paese, tra Monticello e Salaiola. Il primo e ultimo contatto che Alberto Aluigi ha avuto con la società che ha rilasciato il permesso di ricerca, prima la Geoenergy, poi fusa con la Società Angiari e divenuta Renewem, è stato circa due anni fa: «fui contattato dalla società telefonicamente e mi fu chiesto se ero interessato a vendere il terreno per questo progetto di ricerca, io risposi subito no – racconta Aluigi – e loro dissero che mi avrebbero inviato tutto il progetto, poi, qualora avessi cambiato idea, avrei dovuto ricontattarli. Io non mi sono fatto più vivo e neanche loro hanno fatto più pressione». Oggi, a distanza di due anni, la Regione Toscana, esclude dalla Via il progetto di perforazione «Monte Labro» e il terreno individuato è proprio quello di Aluigi: «L’ho avuto dai miei genitori – continua – prima era utilizzato per il pascolo, poi è stato seminato, oggi è un terreno che io continuo a pulire. E’ un luogo incontaminato lontano dal centro abitato dove ho trasferito anche il mio canile. Sono cacciatore e ho molti cani, in quel luogo isolato non danno fastidio a nessuno». Non vendere il terreno a società che si occupano di perforazioni è dunque per Aluigi un imperativo, inoltre ricorda che anche in passato aveva ricevuto anche altre proposte da parte di privati cittadini ma la risposta è stata sempre la stessa: «Non è nel mio modo di fare – commenta – non voglio vendere quel terreno». A Monticello Amiata dunque la popolazione tira su un muro contro possibili progetti di ricerca geotermia e anche se la Regione Toscana è intervenuta su questa questione dicendo che per il momento non ci saranno perforazioni, gli abitanti del piccolo paese amiatino non allentano la presa. Il prossimo dieci gennaio si svolgerà a Monticello un incontro pubblico che vedrà l’intervento di Agorà Cittadinanza Attiva, del primo cittadino di Cinigiano, Romina Sani ed è stato invitato anche Leonardo Marras, capogruppo Pd in Regione, all’incontro sono stati invitati anche i sindaci amiatini che hanno già espresso la loro contrarietà a questo progetto di ricerca.

Assemblea pubblica contro la geotermia: 10 gennaio

Disegno di un'assembleaPartecipiamo numerose e numerosi all’assemblea del 10, che si terrà a Monticello Amiata presso il “teatrino” nella piazza della chiesa del paese vecchio.
Si farà il punto della situazione sul Permesso di ricerca “Monte Labro”, dopo i recenti provvedimenti della Regione Toscana.
E si decideranno le iniziative da prendere.

Si spera saranno presenti – in quanto ufficialmente invitati – i sindaci dei comuni interessanti:
Romina Sani, sindaco di Cinigiano;
Gianpiero Secco, sindaco di Seggiano;
Claudio Franci, sindaco di Castel del Piano;
Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso.

Sarà invitato – e speriamo aderisca all’iniziativa – anche il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale toscano, il consigliere Leonardo Marras.

Le proposte sulla Geotermia ai candidati alle elezioni regionali in Toscana

Immagine ironica sul votoNell’imminenza delle prossime elezioni regionali, i comitati toscani, riuniti nella Rete NoGESI, al fine di rendere chiare ai cittadini le posizioni dei candidati sul tema della Geotermia, fonte di forte preoccupazione tra la popolazione per le ricadute sanitarie, ambientali e paesaggistiche, vogliono sottoporre alle forze politiche in campo e, soprattutto, ai candidati Presidente, le proposte della Rete NoGESI che si basano, oltre che su valutazioni proprie, anche sulle indicazioni recentemente formulate dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera al Governo, frutto anche delle mobilitazioni ed iniziative della stessa Rete.
Chiediamo pertanto un pronunciamento chiaro sul tema e sulle proposte avanzate; daremo senz’altro conto delle risposte e delle diverse posizioni in merito, compreso eventuali silenzi, nell’auspicio che i cittadini sappiano poi valutare tali posizioni al momento del voto.
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Per tutti gli impianti flash ad alta entalpia già in esercizio, considerata ormai unanimemente come la tecnologia può obsoleta, inquinante ed impattante (1), autorizzati o in via di autorizzazione, è indispensabile la moratoria immediata e complessiva:

> per verificare l’incidenza delle emissioni geotermiche sulla salute delle popolazioni, visti i dati allarmanti di un + 13% di mortalità degli uomini in Amiata, rispetto al dato atteso, a cui le autorità sanitarie della regione non hanno saputo ancora attribuire una causa, a distanza di 5 anni dalle prime pubblicazioni dell’ARS;

> per permettere la ricarica dell’acquifero del Fiora, che ha subito un abbassamento di circa 200 metri rispetto al dato atteso;

> per compiere tutte le verifiche preventive nel rispetto dei “criteri generali di valutazione” che di seguito sono precisati, secondo le stesse indicazioni formulate nel mese scorso dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati;

Per gli impianti a sistema binario a media entalpia è indispensabile che prima di qualunque autorizzazione all’esercizio il Parlamento adotti i nuovi “criteri generali di valutazione” per il rilascio delle autorizzazioni che il Governo deve produrre nei prossimi sei mesi.

Per gli impianti geotermici sia ad alta che a media entalpia va mantenuta –ed incrementata in questa fase in cui lo stesso Parlamento ha ritenuto di aumentare le norme di tutela dei territori da tale sfruttamento– la possibilità per le Regioni di legiferare in termini di “aree non idonee” alla geotermia avuto riguardo alle caratteristiche socio-economiche ed ambientali dei territori (territori di particolare pregio ambientale, vocati a produzioni agricole di qualità, ove la produzione di energia geotermica ha raggiunto già livelli di saturazione per le caratteristiche del territorio, ecc.) secondo le previsioni della vigente legislazione sulle “energie rinnovabili” (D.M. 10.09.2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”). Dando la Regione Toscana -similmente a quanto ha fatto da tempo la Regione Umbria (2)- la possibilità ai Comuni, entro un tempo congruo, di suggerire ulteriori aree non idonee in aggiunta a quelle definite dalla stessa Regione.

Sarà necessaria pertanto una moratoria generale di ogni attività autorizzativa, finché il Governo non adotterà i citati criteri, che -verosimilmente- potrebbero essere in contrasto con le stesse istanze di impianti geotermici, tenendo conto che i criteri dettati dal Parlamento attengono anche alla zonazione del territorio italiano, oltre che alla verifica di ulteriori implicazioni territoriali.

La Regione Toscana deve peraltro impegnarsi affinché le “linee guida “relative ai nuovi “criteri generali di valutazione“ prodotti dal Governo siano applicate attraverso un processo partecipativo con il reale coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali, attraverso la nomina di tecnici di fiducia inseriti nel processo decisionale, così come indicato al punto 11 di seguito riportato, favorendo l’applicazione del principio di precauzione.

Di seguito si riportano integralmente i dodici criteri che le Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati hanno indicato al Governo (3), impegnandolo nei prossimi sei mesi:

1. -ad avviare le procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica, e in linea con la strategia energetica nazionale;

2. -ad emanare, entro sei mesi, « linee guida » a cura dei Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che individuino nell’ambito delle aree idonee di cui al punto precedente anche i criteri generali di valutazione, finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al bilancio idrologico complessivo, al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità;

3. -a rilasciare, a seguito dell’emanazione delle linee guida, tutte le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici, comprese quelle relative ai procedimenti in corso, nel rispetto delle prescrizioni ivi previste;

4. -a far sì che, nella valutazione di impatto ambientale (Via), si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità;

5. -ad assumere iniziative volte a ridurre i tempi procedimentali per le autorizzazioni, al fine di consentire lo sviluppo delle attività finalizzate all’utilizzo di nuove tecnologie per lo sfruttamento della risorsa geotermica, ad esclusivo onere finanziario dei privati, per poter riportare il settore a competere nel mondo come leader dell’energia rinnovabile;

6. -a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano;

7. -ad assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale;

8. -ad assumere iniziative dirette ad armonizzare i diversi regimi di incentivazione attualmente vigenti per gli impianti geotermici pilota e quelli ad autorizzazione regionale utilizzanti le stesse tecnologie;

9. -ad assumere iniziative per inserire nella regolamentazione, con opportune penali, l’obbligo della sigillatura del pozzo atta ad evitare la possibilità di scambio di fluidi tra falde idriche diverse e l’obbligo di evitare il depauperamento della risorsa idrica di falda e di superficie sia in termini quantitativi che qualitativi;

10. -ad assumere iniziative dirette a subordinare il rilascio delle autorizzazioni alla stipula di una polizza fidejussoria a garanzia di eventuali danni all’ambiente, alla salute pubblica e alle attività produttive circostanti;

11. -a prevedere nella fase prerealizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione;

12. -ad assumere iniziative normative affinché per gli impianti già a regime e per quelli che eventualmente verranno realizzati sia previsto (pena la sospensione della concessione) un sistema di controlli ambientali effettuati dalla competente Agenzia Regionale per la protezione ambientale, a spese del concessionario, volti a verificare (pena la sospensione della concessione) che le attività geotermiche non incidano sul chimismo delle acque destinate al consumo umano rispettando i requisiti del decreto legislativo n. 31 del 2001, che le altre matrici ambientali non risultino contaminate e che la micro sismicità non aumenti significativamente, prevedendo anche che i risultati dei controlli e dei monitoraggi supplementari, da realizzare secondo le linee guida emanate dal Ministero dello sviluppo economico, siano divulgati al pubblico tempestivamente dall’acquisizione per il tramite dei siti Internet del gestore, dell’autorità d’ambito e dell’agenzia ambientale competente per quel territorio.

Firenze, 5 maggio 2015

Rete NoGESI Toscana

1) vedi il recente studio Basosi-Bravi; anche recenti inchieste sulla stampa.

2) Regione Umbria – REGOLAMENTO 29 luglio 2011, n. 7 “Disciplina regionale per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

3) Resoconto parlamentare RISOLUZIONE SU GEOTERMIA –TESTO APPROVATO DALLE COMMISSIONI VIII E X CAMERA DEI DEPUTATI NELLA SEDUTA DEL 15.04.2015.

Amiata: quattro imprenditori contro la geotermia

Immagine pubblicitaria del Frantoio Franci di Montenero d'Orcia

Quattro imprenditori contro la geotermia Giorgio Franci, Ubaldo Corsini, Fabrizio Bindocci e Claudio Tipa scrivono alla Regione Toscana: stop agli impianti a media entalpia

Il Tirreno, 16-12-2014

di Fiora Bonelli

CASTEL DEL PIANO In vista della imminente discussione del Paer previsto a giorni in consiglio della Regione Toscana, quattro imprenditori di prim’ordine si muovono per dire no a qualsiasi ipotesi di ulteriore sfruttamento geotermico. Sono Giorgio Franci, presidente Consorzio dop olivastra seggianese, Ubaldo Corsini, presidente Confindustria agroalimentare toscana, Fabrizio Bindocci, presidente Consorzio Brunello, e Claudio Tipa, presidente Consorzio Montecucco. I vertici del settore agroalimentare più nobile della provincia e dell’Amiata scrivono ai presidenti della 3ª e 4ª commissione in consiglio regionale, Rosanna Pugnalini e Gianfranco Venturi, e per conoscenza al presidente Enrico Rossi, all’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini e ai sindaci dell’Unione comuni Amiata Grossetana. Le loro sono valutazioni riferite all’area dell’Amiata e della Val d’Orcia sullo sviluppo geotermico dell’alta e media entalpia. I quattro presidenti rammentano di avere in passato espresso al presidente della giunta le loro preoccupazioni per un eventuale sviluppo della geotermia in Amiata e Val d’Orcia. Le proposte della giunta rispetto al Paer – che ritengono saturato lo sviluppo dell’alta entalpia e vincolano la media entalpia nella Val d’Orcia alla compatibilità col territorio – in parte accolgono anche le loro proposte. Ma loro non si dicono tranquilli.

Secondo Franci, Corsini, Bidocci e Tipa gli investimenti in Val d’Orcia sono stati favoriti grazie al fatto che si tratta di «un territorio non interessato da pesanti processi di industrializzazione e alterazione degli equilibri naturali, che costituisce il valore aggiunto del fulcro dell’economia locale, ovvero la produzione agroalimentare ed enologica di qualità e il turismo». Una terra, questa, raffigurata anche dai pittori senesi come luogo di perfetta armonia fra uomo e natura, esempio di buon governo e di ottima gestione del territorio. «Con che coraggio e diritto si può pensare di stravolgere un bene tanto prezioso?», chiedono oggi i quattro imprenditori. Per loro la geotermia, anche se a media entalpia, metterebbe a rischio la qualità dei profili paesaggistici che fanno da calamita al circuito turistico internazionale. E non solo. «I progetti geotermici presentati con 10mila euro di capitale sociale non possono competere col fatturato del sistema Montalcino, Montecucco, agroalimentare e olio extravergine, di oltre un miliardo di euro e che danno lavoro a oltre 5mila persone. Il binomio territorio – qualità paga anche nei momenti di crisi», sottolineano. I presidenti affermano, dunque, che con Piacastagnaio e la nuova centrale di Enel green power Bagnore 4, l’Amiata e la Val d’Orcia hanno in ampia misura contribuito al burden sharing della Toscana (obiettivo 150 Mw) e che oggi occorre ascoltare imprese e popolazioni. «Non possiamo permettere di veder vanificati anni e anni di investimenti», concludono.

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