Tutte le analisi finora effettuate segnalano un eccesso generale di tutti gli inquinanti: Mercurio, Arsenico, Nichel, Cromo, Cobalto e, novità per l’Amiata, il Tallio, trovati in sangue e urina.
QUI LA PRESENTAZIONE ARS DEL PROGETTO INVETTA AD ARCIDOSSO 23/4/18 CON I DATI
Da molti anni, sulla base inequivocabile dei dati analitici del primo studio epidemiologico del CNR del 2010 (scarica qui), sosteniamo che le emissioni geotermiche in Amiata concorrono nel determinare gli eccessi di mortalità e di patologie registrati.
La Regione Toscana, mentre da una parte sta autorizzando altre nuove centrali geotermiche nel completo disprezzo dei principi di prevenzione e precauzione, dall’altra continua a finanziare nuovi studi sulle cause degli eccessi di mortalità per determinare “con certezza” ciò che non è determinabile: cioè l’esclusione della geotermia nelle patologie e nella mortalità in eccesso in Amiata.
Infatti, il nuovo studio InVETTA, non considerando l’insieme delle fonti inquinanti presenti e documentate in Amiata non sarà esaustivo e darà -probabilmente- l’alibi per chiedere nuove ricerche, rimandando, sine die, conclusioni certe.
Ma, ciò nonostante, non si può minimizzare sui risultati dei dati presentati dall’Ars il 23 aprile ad Arcidosso che smentiscono ancora chi continua a rassicurare sulla salute degli amiatini.
Premesso che abbiamo solo dati parziali, non essendo stata ancora analizzato tutto il campione previsto ed anche la popolazione non esposta, i cui risultati andranno comparati a quelli del campione amiatino, emergono comunque dati allarmanti, pubblicati dalla Agenzia Regionale di Sanità, in riferimento ai valori medi indicati dalla Società Italiana dei Valori di Riferimento (SIVR).
Ad esempio, per il Mercurio nel sangue la suddetta SIVR indica nel 2017 un valore medio nella popolazione non esposta in Italia di 1,2 microgrammo per litro (μgr/l) e che il 95% della popolazione italiana è sotto il valore di 5,2 μgr/l. Ebbene in Amiata secondo i dati InVETTA abbiamo un valore medio tre volte superiore al valore medio nazionale con il 30% dei casi, circa 200 persone sulle 637 analizzate in complesso, che superano il valore di 5,2μgr/l , con molti casi dieci/venti volte superiori al valore medio.
E certo sarebbe strano il contrario, considerato che lo studio del prof. Basosi, rappresentante italiano in sede UE per le energie rinnovabili, ha quantificato il Mercurio emesso nel 2010 in atmosfera con le centrali ENEL in Amiata pari al 42,5% di tutto il Mercurio emesso da tutte le industrie presenti sul territorio italiano. Se si pensa che tale emissioni ammontano a 400 kg/anno, pari 400.000.000.000 μgr/anno, ce n’è per tutti noi in abbondanza.
Ad aggravare la situazione del Mercurio, oltre ai segnalati valori oltre il 10% anche per il Nichel, il Cromo, l’Arsenico il Cobalto, è la situazione, relativamente nuova per l’Amiata, del Tallio, del quale si rilevano valori di più del doppio dei valori medi; giova rammentare che anche il Tallio, come afferma Carlo Locatelli, direttore del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia, “è un veleno molto potente, tossico sia per inalazione che per ingestione” e “questo elemento ha un assorbimento gastrico molto rapido – conferma Paolo Maurizio Soave, del Centro Antiveleni del policlinico Gemelli di Roma – e danneggia tutti gli organi, dal rene al pancreas al cuore ai polmoni”.
Con la consapevolezza che la classe politica corresponsabile dell’odierna situazione, anche sanitaria, causata dalla geotermia ad alta e media entalpia sia destinata a scomparire, diffidiamo ancora una volta gli amministratori pubblici, dalla Regione Toscana ai Comuni, ad attivarsi immediatamente con la sospensione di ogni attività geotermica (moratoria) almeno fin quando gli enti preposti, Ars e Arpat, non daranno esiti definitivi alle ricerche, anche in base al principio di precauzione dettato dalle regole comunitarie della UE.
Sos Geotermia – Rete nazionale NoGESI