Abbiamo raccontato pochi giorni fa la “giornata particolare” che è stata quella di lunedì 25 luglio.
Una giornata dove parte della popolazione amiatina si è vista negare la possibilità di contestare civilmente e democraticamente le scellerate scelte della Regione Toscana per quanto riguarda la nostra terra, la nostra salute, il nostro futuro sociale ed economico.
Una giornata particolare perché le installazioni artistiche fatte di striscioni, manifesti, disegni e poesie dei bambini sono state tolte dalle “forze dell’ordine” perché – ci ha detto il vice questore di Grosseto – andava tolto tutto ciò che poteva essere “offensivo”.
Chi ha visto le foto delle nostre installazioni, sui nostri siti e sui nostri profili nei vari social network, si sarà reso conto che nessuno di questi era offensivo.
Nonostante ciò, quelle “forze dell’ordine” che sono lì, che dovrebbero essere lì, per tutelare la democrazia, e quindi la libera espressione – anche critica, anche dissidente, rispetto al potere e a chi lo gestisce – dei cittadini, hanno “pensato bene” di eseguire gli ordine del Re e dei suoi soci e dei suoi complici, “pulendo” le strade dell’Amiata da ogni forma di dissenso
Tra le varie cose che trafugate è stata portata via anche un’installazione di un artista locale, posta in un campo privato di un cittadino amiatino:
L’artista e il cittadino hanno reagito immediatamente, andando dai carabinieri di Arcidosso per denunciare la violazione della proprietà privata e il furto perpetrati nella mattina di lunedì 25 luglio, ma non è stato possibile farlo:
“dovete andare a Santa Fiora, perché il reato è stato commesso in quel comune”.
I nostri, quindi, si sono recati a Santa Fiora, dove, anche qui, sono stati posti tutta una serie di opposizioni alla denuncia, piuttosto incomprensibili. All’insistenza dei due cittadini nel voler porgere denuncia, i carabinieri hanno risposto con un laconico
“non c’è nulla da denunciare, vi restituiamo tutto”.
E così hanno fatto, dando ai nostri un sacco dell’immondizia pieno dell’installazione distrutta in mille pezzi.
A questo punto sono d’obbligo alcune riflessioni:
i carabinieri, così come la polizia di stato e le altre “armi” di cui è pieno questo paese, sono lì per far rispettare le leggi, non per violarle.
Entrare in una proprietà privata per portare via (rubare) un’installazione artistica, per poi restituirla a pezzi è, a nostro modesto avviso, un reato. Anzi, probabilmente è una serie di reati.
Questa serie di reati è stata compiuta eccedendo abbondantemente gli ordini – così ci è stato riferito – arrivati dalla questura di Grosseto.
Ordini mirati a limitare il diritto di critica dei cittadini amiatini rispetto alle scelte compiute dalla Regione Toscana. Si ricorda, infatti, che le leggi per colpire chi offende o insulta un altro cittadino, sia esso una persona “comune”, sia esso il Presidente della Regione già esistono. Ma no, quelle non bastavano, andava fatta una “pulizia preventiva”.
Il tutto nel quadro dell’inaugurazione di un complesso industriale di una multinazionale privata (anche se a maggioranza statale, come l’ENEL, il cui socio principale è, appunto, il Ministero del Tesoro, cioè lo Stato Italiano), cioè di un soggetto terzo, che andrebbe tutelato TANTO QUANTO andrebbero tutelati i cittadini tutti.
Evidentemente, però, ENEL è “più uguale degli altri”, di fronte alla legge, e pur di non darle noia – a lei e al Presidente della Regione – si organizzano “pulizie preventive”, fino ad arrivare a violare la proprietà privata e a rubare installazioni artistiche di privati cittadini.
A noi tutto ciò appare di una gravità inaudita:
la democrazia e la libertà di espressione, così come la tanto decantata “legalità”, per la quale quegli stessi carabinieri organizzano corsi nelle scuole dei nostri figli, valgono fino a che non danno noia ai politici al potere e ai loro amici delle multinazionali.
Se la democrazia sull’Amiata non è morta, di sicuro non sta tanto bene, di salute….
Agorà CittadinanzAttiva
Associazione TerrAmiata
Comitato Fumarole
No Geotermia Seggiano