Perché nuove centrali quando abbiamo potenza elettrica in eccesso?

Immagine del grafico del margine di capacità energetica dell'Italia tra il 2003 e il 2013

Dopo averne sentito parlare tante volte ora arriva la conferma, ufficiale:

l’Italia ha un eccesso di capacità elettrica in eccesso di 25 GW di potenza.

Cosa significa? Significa – spiega l’a.d. di Terna Matteo Del Fante – che “la capacità necessaria a coprire la domanda di punta è rimasta pressoché invariata, passando da 53,1 a 53,9 GW, mentre la capacità disponibile è salita da 54,4 a 78,7 GW, con un margine di riserva passato da 1,3 a 24,8 GW”.

L’eccesso di potenza è dovuto alla forte crescita degli impianti a ciclo combinato a gas, avvenuta dal 2002 al 2011, e alla massiccia espansione delle fonti rinnovabili intermittenti tra il 2009 e il 2013: dal 2003 al 2013 si sono aggiunti circa 21,8 GW di potenza da termoelettrico e circa 27 GW di potenza da eolico e fotovoltaico.

Matteo Del Fante, tra l’altro, è tutt’altro che un ecologista estremista amico dei comitati:

questo signore, infatti, nel 1991 è stato assunto dalla JPMorgan, istituto in cui dopo aver ricoperto varie posizioni nel 1999 assume la carica di Managing Director a Londra, occupandosi fino al 2003 di operazioni finanziarie e strategiche per i maggiori clienti europei della banca (per maggiori info leggi Chi è Matteo Del Fante, il nuovo ad di Terna al posto di Cattaneo).

A questo punto sorge spontanea la domanda, che poniamo al Presidente della Regione Rossi, ma anche ai responsabili della rediviva Provincia di Grosseto, l’uno promotore dell’accordo con la Rete geotermica dell’aretino Gori per fare 10-15 centrali geotermiche sull’Amiata e dintorni, l’altra promotrice di un ben specificato “Distretto delle rinnovabili” nella sua provincia di competenza.

La domanda è:

visto che siamo in ECCESSO di produzione elettrica, per quale motivo andare a costruire decine di impianti industriali – siano essi geotermici, eolici, fotovoltaici – in un territorio, quello della Provincia di Grosseto e dell’Amiata in particolare, da SEMPRE votati all’agricoltura di qualità e al turismo?

La domanda, in realtà, è retorica: perché se TOGLIESSIMO gli (a questo punto inspiegabili) incentivi alle “rinnovabili” (e su questo termine ci sarebbe da discutere assai a lungo) NESSUNO verrebbe a fare questi impianti – costosi e poco produttivi – da noi, come in nessuna altra parte d’Italia.

A questo punto è CERTIFICATO che si tratta di pura e semplice SPECULAZIONE: queste aziende vengono sui nostri territori attratte dal profitto facile (che arriva dalle nostre bollette, cioè dalle nostre tasche, “grazie” ai politicanti di tutti gli schieramenti), del tutto indifferenti ai disastri che provocano.

L’ultimo paradosso, la cigliegia sulla torta, come si suol dire, è che il 70% delle aziende che producono energia “rinnovabile” in Italia NON sono Italiane. Quindi i soldi delle nostre bollette finiscono FUORI del nostro paese.

Cornuti e mazziati, come si diceva una volta…

Fonte: Qualenergia.it